Buon compleanno “Tutto il calcio”, amica di una vita

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Compie sessantadue anni la storica trasmissione radio “Tutto il calcio minuto per minuto”. Unica compagna di quei pomeriggi domenicali nei quali era l’unica voce alla quale appigliarsi per conoscere in diretta l’evolversi della giornata calcistica. Amica dei tifosi più sfegatati e degli ultras del pisolino post abbuffata prandiale della domenica, di interminabili giri in macchina o di partite allo stadio in cerca di notizie sulle dirette concorrenti.

Ameri e Ciotti, voci storiche di "tutto il calcio minuto per minuto"

ALTRO CHE CALCIO SPEZZATINO

Una struttura semplice ma collaudata. Il conduttore a riepilogare partite e campi e tante altre voci in collegamento a raccontare gli altri incontri. Sì, perchè c’è stato un tempo in cui il calcio non era lo spezzatino di oggi. Si giocava tutti in contemporanea, niente anticipi e niente posticipi. Niente “monday night” e niente “lunch match”. Niente “diretta gol” e niente pay-tv. C’era solo lei, Sua Maestà la radio. 

VOCI ENTRATE NELLA STORIA

E poi c’erano loro, le voci dagli stadi. C’era l’eterno Enrico Ameri (la star a cui veniva affidata la partita di cartello), Sandro Ciotti (dal timbro unico ed inconfondibile), Ezio Luzzi (sempre dirottato su campi improbabili della serie cadetta) e tanti, tanti altri giornalisti che negli anni hanno determinato l’eterno successo di un format che la TV ha avuto l’unico merito di effettuarne la trasposizione in video. 

RITI DOMENICALI IRRINUNCIABILI

Una mano a ruotare la manopola in cerca della voce amica di Roberto Bortoluzzi, di Massimo De Luca o di Alfredo Provenzali (gli storici conduttori di “Tutto il calcio minuto per minuto”) e l’altra con la schedina del Totocalcio in mano, in ansia per quella doppia in più che era costata un patrimonio. Storie di famiglie riunite intorno ad una radio in attesa del boato di uno stadio, preludio di un gol ed anteprima di quel “Scus’Ameri, Scus’Ameri, ha segnato…”

QUEL “13” SEMPRE RINVIATO

Novanta minuti di calcio raccontato in maniera poetica ed immaginifica, fino a quando, a ritmi regolari, l’ultima radiocronaca ancora in corsa veniva interrotta dai giornalisti che dagli altri campi si inserivano “solo per il finale”. Riepilogo dei risultati, altre di B e rapido colpo d’occhio alla schedina. “Quanto abbiamo fatto?”. “Otto, papà. Ma domenica prossima…”.

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1 commento

  1. Grande marco apprendi… si sente fra le righe un vissuto intenso e tanta nostalgia! Bravo come sempre

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