Catania, Tacopina si ritira: “Costretto a recedere dal contratto”. Closing a rischio

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La cessione del Catania da parte del gruppo SIGI a Joe Tacopina potrebbe saltare. In un lungo comunicato, l’imprenditore ha spiegato le sue ragioni che lo hanno portato a recedere dal contratto preliminare siglato lo scorso gennaio. Secondo l’imprenditore italo-americano, la data ultima per siglare il closing era fissata per il 26 aprile.

“Dopo molti mesi di negoziazioni, abbiamo firmato il contratto preliminare nel gennaio 2021. La chiusura dell’accordo, come noto, era prevista per il 26 febbraio. Ero pronto a chiudere in tale data – continua Tacopina – e avevo dato prova di possedere i fondi necessari, come richiesto dal contratto. SIGI non era pronta ed in grado di procedere, in quella data, perché non possedeva i molti documenti richiesti, incluse le fondamentali certificazioni attestanti la riduzione del debito”.

Per l’ex presidente del Venezia, era suo diritto abbandonare già a fine febbraio. “Abbandonare il progetto sarebbe stato nel pieno dei miei diritti legali ma non lo feci per amore della squadra, della città e dei tifosi. Diedi conseguentemente a SIGI, apprezzando la predisposizione e l’intenzione di raddoppiare gli sforzi per ridurre il periodo necessario, andando oltre le difficoltà legate anche ai tempi tecnici e burocratici, un’estensione di 60 giorni di tempo fino al 26 aprile, nuovo termine in chiave closing”.

LA SCELTA DI BALDINI E IL PAGAMENTO DEGLI STIPENDI

Nonostante il mancato rispetto dei temi, da parte della SIGI secondo Tacopina, l’imprenditore con origini siciliane ha collaborato economicamente con la società rossoblu. “In aggiunta e con grande volontà di collaborare, mi sono successivamente impegnato al fianco di SIGI per garantire il pagamento degli stipendi e il rispetto di altre scadenze, inviando 800.000 dollari. Quando mi è stato chiesto di selezionare il nuovo allenatore, ho scelto Baldini, in quanto lo conoscevo e sapevo che sarebbe stato la persona giusta. Ribadisco nuovamente, l’ho fatto per il mio grande attaccamento alla squadra e alla città”.

Questa scelta, inoltre, era strettamente legata alla consapevolezza che avremmo firmato l’accordo di cessione il 26 aprile – spiega Tacopina –. Dieci giorni prima della chiusura del 26 aprile, è ovvio in questo genere di negoziazione, era assolutamente necessario ricevere tutti i documenti, a riprova che tutte le 12 condizioni del contratto erano state raggiunte. Non ho ricevuto questi documenti da SIGI né il 16 aprile né il 26 aprile: riconosco l’impegno e non dubito della volontà ma sul piano economico e giuridico, in base al contratto, era necessario produrre gli atti, non le rassicurazioni”.

LA RIDUZIONE DEL DEBITO

La mancanza di documenti e l’incertezza della riduzione dei debiti del club avrebbero fatto saltare l’accordo. “Io e il mio gruppo di lavoro abbiamo ricevuto email informali con vari aggiornamenti sulle situazioni pendenti, segnale apprezzabile ma insufficiente: ancor oggi non abbiamo i riscontri ufficiali, fondamentali e ineludibili, per chiudere. Si tratta, in particolare, di documenti necessari al tribunale per approvare il piano di riduzione del debito, che è fondamentale per l’iscrizione al prossimo campionato.

Anche per quanto riguarda la riduzione del debito da parte degli organismi regionali competenti, non abbiamo ancora ricevuto nessun documento formale, solo una email informale da parte di SIGI: nella stessa, viene affermato che la riduzione ci sarà ed è certamente un elemento molto importante, ma al contempo si sottolinea la necessità dell’approvazione della sede dell’Agenzia delle Entrate di Palermo, non ancora ottenuta.

Per la seconda volta, quindi, SIGI non si ritrova, purtroppo, nella condizione di soddisfare gli obblighi indispensabili per la chiusura. Una delle principali ragioni per la quale volevamo chiudere e prendere controllo del Calcio Catania da subito è la necessità di programmare i cambiamenti relativi alla prossima stagione, sia nel settore sportivo che in quello manageriale, ma i continui rinvii non rendono più possibile questa pianificazione”.

RINVIO A GIUGNO

Le parti ne riparleranno nei prossimi mesi, quando saranno conclusi i play off di serie C. Se ci sarà un closing, a questo punto, potrà verificarsi soltanto dopo la fine del campionato. Non essendo SIGI riuscita a soddisfare in tempo, nelle due circostanze citate, le clausole contrattuali sostanziali, ed essendo così tecnicamente impedita la chiusura, siamo infine costretti a recedere dal contratto firmato a gennaio.

Nonostante il fatto che ancora una volta io abbia pieni diritti legali di abbandonare il progetto completamente, questa è l’ultima cosa che voglio fare e sono fiducioso di poter negoziare un nuovo accordo con SIGI, con date e scadenze più realistiche e comunque aggiornate alla luce della burocrazia. I termini del contratto dovranno essere modificati in base alla nuova situazione, vista la mancata chiusura nelle date previste.

Questo dipenderà tutto da SIGI e dal suo lavoro, che seguo con rispetto e attenzione, ma voglio essere chiaro sul fatto che ho passato 8 mesi viaggiando ogni volta che era necessario verso Catania e ho investito quasi un milione di euro in costi e spese, cercando di chiudere questo accordo. Sarei veramente deluso e rammaricato se questo accordo per l’acquisizione del Catania non si concludesse positivamente. Sono ancora a disposizione e sto lavorando con SIGI ed i suoi rappresentanti, sto facendo tutto ciò che è in mio potere per fare in modo che l’accordo si firmi. Forza Catania sempre”, ha concluso Tacopina.

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