Palermo, le ombre del presente e le nubi sul futuro

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Sono passati pochi giorni dall’annunciato addio dal Palermo del socio Tony Di Piazza e, al di là delle rassicurazioni del presidente Dario Mirri le polemiche non sono sopite, anzi. Uno dei punti che a parere dell’italo americano hanno portato alla decisione di lasciare la società riguarda l’attività di direzione e di coordinamento del Palermo Fc da parte di Hera Hora e Damir.

L’ex vice presidente fa notare nella lettera pubblica in cui spiega le ragioni del suo addio come anche il collegio sindacale in fase di approvazione del bilancio dia una valutazione diversa rispetto a quanto dichiarato nella documentazione allegata allo stesso dalla società. In pratica il Palermo Fc sarebbe indirettamente controllato da Damir spa ed Hera Hora srl ma ciò non è evidenziato nel bilancio.

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Di Piazza

Il Giornale di Sicilia in edicola oggi in un articolo a firma di Benedetto Giardina espone quanto evidenziato dal collegio sindacale facendo notare come le controllanti di cui sopra non possono non esercitare l’indiretta attività di direzione e di coordinamento sul Palermo Fc. Praticamente Di Piazza ha ragione nelle sue affermazioni. Le sue dimissioni hanno instillato più di un dubbio sul futuro del Palermo perché da qui al 11 giugno Mirri dovrà cercare i capitali utili a liquidare il socio o nuovi investitori pronti a rilevare le quote di minoranza e qualora ciò non avvenisse si genererebbe un contenzioso che potrebbe avere ripercussioni anche nei bilanci delle società Hera Hora e Damir.

POCA TRASPARENZA

Non conosciamo le potenzialità del presidente in termini finanziari e dunque non azzardiamo alcun pronostico sull’epilogo della vicenda. Ciò che sicuramente però è palese è che a fronte di quanto dichiarato dall’acquisizione del bando ad oggi la tanto decantata trasparenza sia tutt’altro che una gestione chiara e leggibile. Non più di un paio di giorni orsono lo stesso GdS fece notare come la campagna acquisti, da più parti definita inadeguata al campionato da affrontare, sia stata effettuata spendendo soli novantamila euro a fronte di un budget dichiarato di sei milioni. È vero che tale cifra è comprensiva delle spese di gestione della intera stagione ma la risposta data non soddisfa sicuramente la legittima domanda su come siano stati spesi i rimanenti cinque milioni e novecento mila euro.

È evidente, questo sì, come la chiarezza invocata dagli organi di informazione e dai tifosi sia qualcosa ancora da agognare. Speriamo sempre, ma non troppo, che delle risposte plausibili vengano date perché fin troppe ombre si sono addensate in un solo anno e mezzo dalle parti di viale del fante e altrettante nubi si stagliano sul futuro, non consentendo ai tifosi, che da tempo hanno tolto il paraocchi di sognare gloria e successi come promesso nella estate del 2019. Di Piazza ha assicurato che manterrà fede agli impegni presi ma siamo sicuri che ciò avverrà? I patti si mantengono da entrambe le parti e più volte l’ex vicepresidente ha fatto notare, come sulla vicenda Paparesta, ad esempio, che la controparte non ha ottemperato agli accordi.

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