Mafia, confiscato il patrimonio del “re delle cave”

Condannato a 4 anni e 6 mesi l'imprenditore Giuseppe Bordonaro

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La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha disposto la confisca del patrimonio dell’imprenditore Giuseppe Bordonaro, “re delle cave”. Condanna a quattro anni e sei mesi per mafia.

I DETTAGLI

Il provvedimento, chiesto dal pm Gery Ferrara, riguarda illeciti in quote societarie, conti correnti, investimenti, beni mobili ed immobili per milioni di euro. La confisca per mafia colpisce anche i fratelli, Pietro e Benito, entrambi in società. L’imprenditore operava nel settore delle cave di pietra con produzioni di cemento, calcestruzzo e marmo. La “cava Bordonaro” era famosa, nello specifico, nella produzione della “pietra di Billiemi”, tipologia di marmo molto pregiata. Il “re delle cave” è ritenuto uomo di fiducia di Angelo Siino, protagonista della mafia nella gestione illecita degli appalti. Bordonaro era stato assolto l’11 febbraio in appello dall’accusa di concorso in associazione mafiosa, dopo essere stato condannato a otto anni e sei mesi in primo grado. L’inchiesta originaria era uno dei filoni di mafia e appalti, sull’imprenditoria contigua a Cosa nostra.

Le confische per mafia riguardano, dunque, due società, la lcm Inerti srl e la Concebi srl, che si occupa di conglomerati cementizi. Le acquisizioni dello Stato sono, invece, le quote della Atlantide Costruzioni, appartenenti al fratello Pietro Bordonaro e poi automezzi, conti, immobili, polizze e terreni.

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