Tre buccellati al Palermo: l’Acireale espugna il Barbera

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Un Palermo forse appesantito dallo sfincione e dal baccalà della vigilia dell’Immacolata stecca in casa la partita contro l’Acireale. La contestuale vittoria del Savoia riduce, quindi, i punti di vantaggio dei rosanero a 5 riaprendo, di fatto, i giochi del girone I.

La coreografia della nord per il match contro l'Acireale
La coreografia della Nord prima del match contro l’Acireale

IL “FINTO DICIOTTO” DI PERGOLIZZI

Mentre il Palermo entra in campo col modulo “finto diciotto” (cioè la somma di due finti nove) gli acesi giocano con tre punte e Savanarola a supporto. Un po’ come dire che da Rizzo (l’attaccante argentino dei granata) a Rizzo Pinna (il quasi Sperdutti dei rosanero) il passo non è brevissimo. Nel frattempo – pronti, via – Santana va k.o.: rottura del tendine d’Achille e ci vediamo nel 2020. Forza capitàno!

DE FELICE, COME STAI?

Palermo che fa sterilmente il match ed Acireale che segna. Un classico. Tra l’altro, dopo il gol, De Felice porta la mano all’orecchio e noi ci preoccupiamo: otite, ipocusia? Insomma, carissimo, aspettiamo notizie sulla salute dei tuoi padiglioni auricolari.

LUCI AL BARBERA, BUIO PESTO AL BARBERA

Inizia il secondo tempo con i riflettori accesi e già questo è un bel segnale. Peccato che l’Acireale spenga la luce al Palermo con la seconda timpulata del match. Kraja l’accorcia ma, l’espulsione di Lancini e un “buco” di Accardi (enorme quanto quello del mio conto in banca), lanciano i granata verso il terzo gol.

MANTO ERBOSO IN MEMORY FOAM?

Certo che deve essere davvero comoda l’erba del Barbera: si vedono tutti gli avversari stare minuti e minuti a terra crogiolandosi manco fossero in una SPA. Fossi in Mirri l’idea del “centro estetico Barbera” non la sottovaluterei, anche perché essendo iniziato il mercato, si potrebbe puntellare l’organico con un attaccante, un centrocampista e due estetiste.

LE PAGELLE CALDE CALDE

Pelagotti 6. Frustrante prendere tre gol in un pomeriggio in cui si mantiene la divisa immacolata. Nel giorno giusto ma con la “i” minuscola. 

Doda 5,5. Non incide quasi mai sulla sua fascia.

Vaccaro 5. È vero che mette tante palle in mezzo come non si vedevano dai tempi belli, ma è vero pure che due gol su tre vengono da un cross dal suo lato.

Dal 75° Lucera S.v.

Lancini 4,5. Leader di una difesa che ne becca tre, con le due ammonizioni di oggi (e la conseguente espulsione) si candida al premio “Bellusci 2019 – 2020”.

Accardi 4,5. Sul primo gol granata è più in ritardo della RAP per la differenziata. Sul terzo gol, invece, la combina grossissima. Mezzo punto in più perché incolpevole sul secondo.

Langella 5. Un tiro nel primo tempo e qualche palla recuperata. Tutto sommato nulla che vada oltre l’anonimato.

Dal 55° Kraja 6. Cosa costringa il mister a questa staffetta non lo capiremo mai. Segna il gol della speranza che ancora D’Agostino deve annunciare il cambio e comincia a randellare col sangue agli occhi. Sprecato.

Martin 5. A parte un tiro con cui ha ferito un ghiacciolaro, sembra il fratello abulico del giocatore metà Xavi e metà Pirlo ammirato ad inizio stagione.

Martinelli 6. Non è in perfette condizioni e si vede. Ma almeno ci prova e non tira mai indietro la gamba.

Da 86° Peretti S.v.

Ambro 4. Replica della prova (non) fornita contro il Giugliano. Si accorge del suo cambio solo Ficarrotta che entra al posto suo. 

Dal 55° Ficarrotta 6. Nulla di trascendentale, intendiamoci. Ma almeno mette verve e quel senso di vaga pericolosità fino a quel momento assente.

Santana s.v. K.o. al 19° per la rottura del tendine di Achille. Dài capitano, che la promozione in C la dobbiamo festeggiare con te in campo!

Felici 6. Deve fare le pentole, i coperchi, i piatti, i bicchieri e le posate. Non gli si può chiedere pure il gol. È l’avanti più dinamico dell’attacco rosanero.

Dal 22º Ricciardo 6. Non è l’ariete che vorremmo ma il suo ingresso dà un minimo di variante al tema rosanero. Il problema è che per adesso non la mette dentro neanche con le mani.

Pergolizzi 4. Della partita capisce solo il risultato finale. Parte con la sua invenzione, “il finto diciotto”, e solo l’infortunio di Santana gli fa mettere Ricciardo, l’unico vero attaccante in rosa. La difesa a quattro sbanda costantemente come un vespino sul bagnato perché l’Acireale ne tiene là davanti sempre tre e quando riparte è peggio di un film di Dario Argento. Thrilling. Si dirà “che il Palermo ha subìto solo i tre gol”. Vero è. Ma soltanto perché i granata avevano capito che bastava la ripartenza per mettere k.o. i rosa. Quando si vince si è leoni. Quando si perde… un po’ meno

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