Au revoir monsieur Martin, rosanero per sempre

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Au revoir monsieur Malaury Martin, arrivederci signor Malaury Martin. La nota del Palermo F.C. ha soltanto dato i crismi dell’ufficialità a quella che era una notizia scontata, cioè che il transalpino non avrebbe ricevuto il rinnovo del contratto in scadenza al 30 giugno 2021.

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Martin, capitano del derby di andata contro il Catania

La storia di Martin in rosanero è emblematica di come si possa entrare nelle grazie dei propri tifosi senza per forza scendere in campo ad ogni battaglia. Anzi, forse il suo complessivo mancato utilizzo in questa anonima stagione renderà ancora più epico il suo trascorso con la maglia del Palermo. Del resto, si sa, gli assenti hanno sempre ragione.

Capitàno di un Palermo-Catania giocato con il solo terzo portiere in panchina, trentatrè anni da compiere il prossimo agosto e fisicamente integro. Nei panni di un qualsiasi direttore sportivo di serie C alla ricerca di un regista puro non esiteremmo neanche un secondo a bussare alle porte del nizzardo. Destro, sinistro, visione di gioco, verticalizzazioni: questo il campionario delle giocate che può assicurare Martin. E poco importa se qualcuno ha da rimproverargli una velocità non proprio da centometrista. Del resto, come diceva un certo Roberto Baggio, “è meglio far correre la palla, la palla non suda”.

Martin rimarrà un bel ricordo per i tifosi rosanero: mai una parola fuori posto, mai una polemica, anche quando l’andazzo della squadra gli avrebbe permesso di urlare a squarciagola “voglio giocare, fatemi giocare!”. Esattamente come Palermo rimarrà per lui uno splendido ricordo. Perché Palermo – se vuole – sa abbracciare e scaldare come pochi altri posti nel mondo.

Per fare intendere il legame stretto con la città, Martin ha lasciato al dialetto siculo le sue parole di commiato pubblicate sul suo profilo Instagram: “Minn’acchianassi ‘ncielu si putissi, ccu na scalidda di triccentu passi, nun mi nni curu siddu si rumpissi basta ca ti stringissi e ti vasassi. Au revoir monsieur Malaury Martin, è stato un piacere vederti calcare l’erba del Barbera.

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