Tremila carcerati vanno a casa: pronto il provvedimento

È pronto un provvedimento che farà tornare a casa tremila carcerati con pene detentive fino a diciotto mesi. Ma ci sono anche pareri contrari

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Il Governo si avvia a varare un provvedimento tendente ad alleggerire il sovraffollamento degli istituti di pena. In esso è previsto che circa tremila detenuti, con meno di 18 mesi di pena, potranno uscire dal carcere per scontare ai domiciliari il residuo della condanna. Se la pena è superiore ai 6 mesi, sarà applicato il braccialetto elettronico. Anche perchè arriva notizia che ci sono i primi 10 casi di detenuti positivi al Coronavirus.

SONO ESCLUSI QUELLI DENTRO PER ALCUNI REATI

Il provvedimento prevede l’esclusione dal beneficio di “delinquenti abituali, professionali o per tendenza”, di quelli che sono stati coinvolti nelle rivolte dei giorni scorsi, i rei condannati per stalking e reati gravi. Inoltre sono estese fino al 30 giugno le licenze a chi si trova in regime di semilibertà.

CONTRARIE LE OPPOSIZIONI

Non mancano i pareri contrari. Le opposizioni parlano di “indulto mascherato che premia i rivoltosi”, mentre i sindacati di polizia dicono che tra gli agenti penitenziari che si sentono dimenticati, c’è “rabbia e voglia di dimissioni”: 15 di loro sono positivi al coronavirus. Alcuni magistrati segnalano il problema tecnico di dove mandare i detenuti senza casa.

C’È ANCHE CHI DICE CHE SONO POCHI

Ma ci sono anche coloro che abitano o frequentano il carcere, direttori e magistrati, detenuti e poliziotti, che speravano invece in un provvedimento più coraggioso. Capace di far uscire dal carcere almeno quella eccedenza di 10mila persone oltre la capienza regolamentare. Anche la stragrande maggioranza dei poliziotti penitenziari sa bene che solo una rapida e consistente riduzione della popolazione detenuta può consentire la prevenzione della diffusione epidemica del virus in carcere. Per ora si terrà conto della normativa specifica già vigente. Saranno quindi valutate le istanze di detenzione domiciliare per motivi di salute presentate da detenuti anziani, immuno-depressi, cardiopatici o con pregresse malattie respiratorie. Ma se queste misure e l’impegno degli operatori, dei magistrati, non sarà sufficiente, bisognerà tornarci. Con il coraggio, la tempestività e la determinazione dettata dalla necessità.


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