Geo Guccione: tifoso fin da piccolo grazie al nonno. E che nonno!

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La porta del nostro virtuale ritrovo rosanero si apre oggi per accogliere con piacere ancora un “G.T.P.”, vale a dire, un Grande Tifoso del Palermo di nome Geo Guccione. Ma prima di entrare in argomento, fornisce un dato ben preciso del suo status di appassionato tifoso rosanero. Ed all’uopo esibisce una chiara foto di se stesso: “La mia vita – afferma – ruota attorno alle partite del Palermo il cui calendario stagionalmente condiziona i miei momenti personali e familiari. Tanto per fare un esempio – precisa – se i rosanero giocano in casa i miei familiari sanno bene che io immancabilmente debbo andare allo stadio. Insomma, per me il Palermo è una parte della mia famiglia”. Ma, come leggeremo più avanti, non è una familiarità nata per caso.

NON UN NONNO QUALUNQUE

“Avevo 9 anni – forte è tuttora il ricordo di Geo – quando, accompagnato da mio nonno, ho assistito alla prima partita del Palermo. Ma non alla Favorita bensì al San Paolo di Napoli dove ho assistito alla partita contro il Sorrento (risultato finale 0 a 0, ndr) pareggio che nell’ultima di ritorno del campionato ’71/’72 decretò la promozione dei rosanero in serie A. Ma a quella decisiva partita sono arrivato già “preso” dai colori rosanero. In quanto ben più piccolo ancora sono stato cresciuto a pane e Palermo. Merito tutto di mio nonno – e qui la rivelazione da parte di Geo che non ti aspetti – Giuseppe Agnello. Dal ’42 al ’47 per sei anni in piena guerra e nel difficile periodo post-bellico fu stimato presidente dell’Unione Sportiva Palermo“.

UN AUTOREVOLE RICONOSCIMENTO

A questo punto non posso non raccogliere questo insperato assist fornitomi da Geo Guccione e non rafforzare agli occhi di chi ci legge la figura del presidente Agnello. Lo faccio riportando un virgolettato d’epoca estratto dalla pubblicazione Il Palermo, una storia di cento anniVincenzo Corrado Rappa Editore, che denota di quanta stima fosse allora circondato nell’ambiente calcistico. Testimoniano le parole pronunciate all’atto del passaggio di consegne (alcune applicabili all’attualità, ndr) dal barone Stefano La Motta, suo giovane successore alla presidenza del Palermo: “Sarò presidente per una stagione, il tempo di riportare la squadra in serie A. Questa città ha grosse tradizioni e non può accontentarsi di vedere spettacoli calcistici di poco contoIl cavaliere Giuseppe Agnello resterà nel Consiglio per darci… dei consigli”. Rimase così nel Direttivo societario a furor di… La Motta.

“Con mio nonno mio iniziale e premuroso accompagnatore e in seguito purtroppo – sottolinea commosso Geo – senza di lui, sono stato sempre presente allo stadio e anche in più di una trasferta. Primi giocatori in maglia rosanero che hanno infiammato la mia gioventù sono stati il “ciclista” Vito Chimenti e anni dopo il “brasiliano” Giampaolo Montesano. Nel corso delle successive stagioni calcistiche, dove non sono mancate soddisfazioni ma anche sofferenze, – continua – sono sempre stato un fedelissimo ai colori rosanero, a tutt’oggi sempre presente allo stadio.

TRE GETTONI PER GEO

Geo Guccione torna dal passato al presente e, come è consuetudine nel finale di rubrica, riceve in simbolica dotazione tre gettoni col compito di inviare messaggi alle segreterie in Società. “Sentiamo” con quali argomentazioni.

Pronto, Presidente Mirri, penso che più di me e di tanti altri sei legato ai colori rosanero però tu sei anche un imprenditore per cui ti faccio la raccomandazione di mettere in secondo piano la parte imprenditoriale. Fai sempre prevalere la parte affettiva, quella che più ci è mancata nella gestione societaria negli ultimi anni, Dario, prima sempre il cuore!

Pronto, mister Pergolizzi, ti chiamo per chiederti se a Licata, non ritieni di aver fatto due errori. Uno di formazione in una partita particolarmente importante e l’altro di comunicazione. Discutibili alcune esclusioni e altrettanto, come spesso hai fatto, le dichiarazioni del post-partita nel momento in cui non ti assumi responsabilità che ti competono interamente. A mio modesto avviso naturalmente.

Pronto, Lancini, quello che dico a te vale anche per Crivello. Benedetti ragazzi, spesso in campo mostrate un certo nervosismo che dovreste invece assolutamente controllare proprio perché siete giocatori di maggiore esperienza rispetto a più giovani compagni di squadra. In assenza di Santana, come “leader” promettete di essere d’esempio? Avete ancora nove occasioni!

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