Nel gioco del calcio non ci saranno più i colpi testa?

Molti studi in Europa e in America hanno rilevato un collegamento tra i colpi di testa con i quali gli atleti colpiscono il pallone e varie malattie

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La Scottish Football Federation ha deciso di vietare i colpi di testa durante gli allenamenti degli under 12, a causa dei rischi di demenza in età adulta. Questo provvedimento adottato in Scozia, potrebbe essere l’avvio di un cambiamento epocale anche in Europa. Un provvedimento del genere era stato adottato nel 2015 negli Stati Uniti a seguito di clamorosi scandali di ex sportivi professionisti colpiti dalla demenza, in particolare nel football americano.

Un colpo di testa di Cristiano Ronaldo

EFFETTUATI STUDI

La scelta adottata dalla Federazione scozzese è conseguente ad uno studio dell‘Università di Glasgow. Questa ateneo per quasi due anni ha effettuato una ricerca su 7.676 ex giocatori scozzesi, nati tra il 1900 ed il 1976. È venuto fuori che in loro ci fosse una probabilità 3,5 volte maggiore di morire di malattie neuro degenerative rispetto alla media. Tra i calciatori, la possibilità di morire in stato di demenza era del 11%, mentre per il resto della popolazione la percentuale é del 3%.

I PERICOLI DOPO 1.000 COLPI DI TESTA

Il fatto é che passare una vita sui campi di calcio a spazzare l’area di rigore con vigorosi colpi di testa, alla lunga può mettere a rischio la salute. Incornare di testa il pallone per circa mille volte l’anno può infatti causare micro-lesioni celebrali. Mentre, colpirlo più di 1.800 volte, può anche portare a perdita di memoria. Sono questi i numeri attribuibili alle persone che praticano il gioco del calcio fin da piccole e che molte volte, durante una partita, si trovano a dover colpire la palla con la testa.

CASI DI DEMENZA SENILE

Inoltre, una ricerca americana ha stabilito che chi intercetta con regolarità la palla con la testa rischia la commozione cerebrale tre volte di più rispetto a chi, invece, il pallone preferisce manovrarla con i piedi. Mentre è stato appena pubblicato uno studio dell’University College di Londra e della Cardiff University che ha esaminato il caso di cinque persone che avevano giocato a calcio da professionisti e di un attaccante amatoriale. Queste indagini hanno stabilito che dopo i 60 anni, tutti hanno sviluppato la demenza senile. E che, inoltre, quattro su sei avevano significativi segni di danni cerebrali, dovuti a traumi ripetuti che possono portare alla perdita di memoria, alla depressione e appunto alla demenza.

IGNAZIO ARCOLEO D’ACCORDO CON GLI SCOZZESI

Ignazio Arcoleo è totalmente d’accordo con la scelta della federcalcio scozzese, di limitare cioè i colpi di testa durante gli allenamenti degli under 12 : «E’ una scoperta nuova e ne prendiamo atto con le esigenze della medicina. Non ho mai privilegiato il lavoro sui colpi di testa, secondo me non ha senso perché si incentivano i bambini a farsi male. Ho sempre favorito l’aspetto tecnico. Sono d’accordo, la scienza va avanti ed é giusto prendere determinate scelte».

COSA SUCCEDERÀ

Chissà se dopo la Scozia altre nazioni decideranno di abolire, almeno per i più giovani, uno dei fondamentali del gioco del calcio. C’è comunque da tenere presente la differenza esistente fra i vecchi pesanti palloni in cuoio, che assorbivano anche acqua, e gli attuali, ben più leggeri. Comunque l’argomento è dibattuto, ma considerando l’importanza della materia potrebbe avere soluzioni davvero impensabili.

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