Il mental coach Colonnata: “Sono al Palermo per raggiungere la B. Baldini è un perfezionista”

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Nello staff tecnico del nuovo Palermo targato Silvio Baldini spicca una figura molto particolare, quella del mental coach. Questo ruolo sarà rivestito da Nicola Colonnata, che ha già lavorato in Serie C alla Carrarese proprio insieme al tecnico toscano. Intervistato in esclusiva dalla redazione di RosaneroLive.it, ha svelato i dettagli di quella che sarà la sua esperienza con la squadra rosanero.

Colonnata, in cosa consiste il suo lavoro?

“Il mental coach è un ruolo che affianca quello dell’allenatore, che possiede delle competenze tecniche. Il mio lavoro però può essere applicato in tanti ambiti, ad esempio ho collaborato anche con la campionessa del mondo olimpionica Martina Batini che ha vinto il bronzo a Tokyo 2020 nel fioretto. Oppure con gli imprenditori, affinché possano essere lucidi nel momento in cui debbano prendere delle decisioni rilevanti. Ho appreso le mie competenze dai maestri orientali di Honk Hong, da quelli che ho incontrato durante i miei viaggi in India o in Nepal, oltre ad aver studiato nelle migliori scuole di formazione degli Stati Uniti”.

In che modo il mental coach può migliorare i risultati in ambito sportivo, in questo caso specifico nel calcio?

“Il mental coach va a lavorare sulle interferenze, ovvero tutte quelle situazioni esterne che possono andare ad inficiare sui risultati del calciatore. La pressione che deriva dal pubblico o dalla famiglia, l’infortunio: ci sono una serie di cose che ti limitano rispetto al livello in cui potresti realmente performare. L’atleta deve credere per primo di arrivare a determinati obiettivi: se la testa non funziona, non funzionano neanche le gambe. Poi serve anche strategia e metodo. Senza la ripetizione e un lavoro costante nel tempo non si migliora”.

Come si inserisce la sua figura professionale all’interno di uno staff tecnico in cui l’allenatore riveste il ruolo predominante?

“Il mental coach deve agire seguendo le linee guida dell’allenatore, che è una figura cardine. Silvio Baldini mi ha scelto per affiancarlo nel lavoro della parte mentale, ma lui è un motivatore già di per sé: riesce a tirar fuori dai calciatori le doti migliori. Il mental coach però ha degli strumenti tecnici per poterlo fare. Per tirare fuori il proprio potenziale, al calciatore servono degli strumenti da utilizzare, ad esempio per riacquisire lucidità durante la partita quando la stanchezza si fa sentire o riprendersi velocemente dopo una sconfitta rimanendo determinato verso i propri obiettivi. Ci sono calciatori che sono deboli dal punto di vista mentale e si lasciano buttar giù da un commento di un tifoso, piuttosto che da una critica di un giornalista o da un litigio con la fidanzata”.

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Da quanto conosce Baldini e come è andata la sua esperienza alla Carrarese?

“Ho fatto le ultime tre stagioni con lui nella squadra della mia città, Carrara. Con mister Baldini mi sono trovato molto bene, è stata un’esperienza ottima. E’ una persona innovativa, che cerca sempre quel qualcosa in più per far sì che la sua squadra possa rendere al meglio. Posso dire che è un perfezionista. Gli allenatori spesso sono accentratori, invece lui dà spazio anche a chi è specializzato in altri ambiti. C’è stima reciproca”.

Il suo 2022 comincia al Palermo. In che modo si muoverà per perseguire gli obiettivi della società rosanero?

“Il primo step sarà ascoltare. Ci saranno calciatori con bisogni diversi e in base a quello si stilerà un programma personalizzato. Si lavorerà su ogni singolo problema in una squadra fatta da 25 calciatori, in cui anche l’ultimo componente della rosa, che magari sta facendo anche tribuna, dovrà sentirsi importante e farsi trovare pronto in ogni momento. Solo così, tutta la squadra potrà migliorare. Vogliamo portare dei risultati e condurre il Palermo verso l’unico obiettivo: la Serie B”.

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