Il Palermo non sarà Can Yaman, ma il Foggia non è la Bellucci – LE PAGELLE

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Una difesa bunker, un centrocampo di rottweiler travestiti da chihuahua ed un attacco cinico al cubo, permettono al Palermo di superare il Foggia per tre reti a zero. La classifica dice ancora -7 dal Bari, ma dice anche terzo posto (anche se la graduatoria è un marmellatone da undici squadre in tre punti). Meglio il calcio champagne del Foggia o il passito in pietra del Palermo? Senza dubbio quest’ultimo, del resto l’abbiamo ripetuto tante volte come un disco incantato: per vincere a calcio – soprattutto in questa categoria – esiste una sola regola, bisogna fare gol. Ad essere belli ci pensa già Can Yaman. 

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Palermo, l'esultanza dopo il primo gol

IL PRIMO TEMPO

Che tipo di partita sarà ce lo spiega subito Floriano al 4° minuto: palla scippata alla retroguardia del Foggia, scambio con Brunori e gol a tu per tu con l’ex Alastra. Al 7° è Brunori a provarci ma stavolta l’estremo difensore pugliese si fa trovare pronto. Dopo un gol annullato ai rossoneri per fuorigioco, il raddoppio rosanero: stavolta è De Rose a “scippare” il pallone verticalizzando immediatamente per Brunori: è due a zero già al 19°. A fare la partita è il Foggia ma il Palermo gioca al gatto col topo e concede solo un paio di conclusioni al rossonero Ferrante ed un tiro da fuori all’ex Petermann. Fischio dell’arbitro: il Palermo va al riposo con un due zero da custodire come il più prezioso dei tesori.

IL SECONDO TEMPO

La seconda frazione inizia con la vera notizia di giornata: subito in campo nel Foggia Andrea Rizzo Pinna. In pratica gioca più minuti al Barbera oggi in un solo tempo che in un anno in rosanero! Al 52° Brunori vorrebbe la standing ovation da parte di tutta la serie C e prova un pallonetto delizioso dalla trequarti che finisce, però, di poco alto. Foggia che imposta, Palermo che punge di rimessa. Ancora Petermann a provarci da fuori e Ferrante con un colpo di testa dall’area piccola per i rossoneri: troppo poco per intimorire la Fort Apache di mister Filippi. Gol rosanero al 84°: Luperini ruba palla alla mediana pugliese, Dall’Oglio lancia Soleri che si invola, conquista e segna il rigore del tris rosanero. Ultima occasione per il Foggia, ma Ballarini se la divora. Fischio finale, il Palermo è vivo e la classifica sorride.

LE PAGELLE

Pelagotti 6. Ordinaria amministrazione.

Lancini 6,5. Se la smazza egregiamente in un ruolo per lui inedito.

Dal 82º Marong s.v.

Marconi 7. Per piglio e randellate, è il leader della “sporca terzina”.

Dal 64º Peretti 6. Entra con la partita in discesa e si accomoda in punta di piedi.

Perrotta 6,5. Capisce anche lui che c’è da portare il pane a casa e che non è tempo di uncinetto.

Doda 5,5. Fa le spese di un Palermo attendista. Praticamente vede la metà campo avversaria come una meta esotica.

Odjer 7. I calciatori del Foggia se lo ritrovano ovunque: nei parastinchi, nei pantaloncini, dentro la maglia e dentro i flaconi dello shampoo negli spogliatoi. Un incubo per i rossoneri.

De Rose 7. Corre dal primo al novantesimo minuto ringhiando su qualsiasi cosa sapesse di foggiano. Qualche errore in impostazione, ma l’assist immediato per il raddoppio Brunori è una gemma inestimabile.

Giron 5,5. Per com’è impostata la gara, anche per lui la metà campo pugliese sono le Maldive per un operaio a mille euro al mese: un sogno irrealizzabile. 

Fella 5,5. Ci prova e ci riprova, ma il motore non si accende. Che sia la batteria o il motorino di avviamento, urge un controllo da un tecnico di fiducia.

Dal 82º Luperini s.v.

Floriano 6,5. Fa gol nell’unica occasione a disposizione: cecchino. Il resto è una partita votata al sacrificio che stranamente dura più dei soliti 55 minuti che Filippi gli concede quando parte titolare.

Dal 69º Soleri 6,5. Anche lui è una specie di “American Sniper”: un’occasione, un gol

Brunori 7,5. Un assist, un gol ed un quasi gol che avrebbe fatto spellare le mani ai (pochi) presenti. Terzo gol stagionale e tanta “buona cattiveria” anche quando è solo in mezzo a tante maglie avversarie.

Dal 69º Dall’Oglio 6. Meriterebbe mezzo punto in più per aver innescato Soleri, ma merita anche mezzo punto in meno per aver preso un’ammonizione utile come un cane da tartufo nel deserto.

Filippi 8. Dare a Cesare quel che è di Cesare, dare a Giacomo quel che è di Giacomo. La sua squadra non sarà “Filippilandia”, ma imposta la gara alla perfezione individuando le falle del sistema foggiano. Fosse stato Napoleone, oggi avrebbe vinto pure a Waterloo.

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