Il pagellone del Palermo 2020-2021: flop Boscaglia, top Lucca

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Ultime pagelle stagionali, ultima parte del pagellone rosanero 2020-2021: si parla di due reparti (centrocampo ed attacco) e della guida tecnica. “C’era una volta il Palermo di Boscaglia”: sembrerebbe l’inizio di un film western, invece, è la trama di un racconto horror. Un racconto culminato con l’esonero del tecnico di Gela e l’approdo del suo secondo, Giacomo Filippi, sul ponte di comando. La linea mediana, impalpabile ed impacciata durante il regno dell’ex allenatore del Trapani, ha trovato un’identità grazie al tecnico di Partinico. Il reparto avanzato ha, invece, goduto dell’exploit di Lorenzo Lucca. Purtroppo per mister Filippi (e naturalmente per i tifosi rosanero) la punta piemontese ha finito anzitempo la stagione sportiva (e probabilmente la sua carriera con la maglia del Palermo). 

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Palermo amara per mister Boscaglia

Valente 35 presenze/6 gol. Maratoneta goleador tutto sostanza. Elemento imprescindibile qualunque dovesse essere il “progetto” tecnico 2021-2022.

Luperini 33 presenze/6 gol, voto 4,5. Statistiche alla mano sembrerebbe una stagione a metà tra Gerrard e Iniesta. Peccato che chi abbia visto le gare del Palermo ne ricorderà, invece, le troppe prestazioni da uomo invisibile.

Broh 28 presenze 4,5. Un anno intero in attesa di capire la sua esatta collocazione in campo. Impalpabile con Boscaglia, etereo con Filippi il buonBroh.

Odjer 26 presenze, voto 5. Partito come una specie di pitbull si è via via trasformato in un chihuahua. Urge cura ricostituente per l’anno prossimo.

Palazzi 24 presenze, voto 4,5. Ha dalla sua l’alibi di aver giocato troppo in un ruolo non suo. Ma le sue prestazioni da centrale di difesa sono un manuale su come non interpretare quel ruolo.

De Rose 21 presenze, 6,5. Ha cambiato il volto della mediana rosanero per quantità e qualità. Peccato per la carta di identità ingombrante, ma una maglia da titolare per l’anno prossimo è già prenotata.

Martin 12 presenze, s.v. Adieu monsieur Malaury, grazie di tutto.

Kanoute 35 presenze/1 gol, voto 5,5. Doveva essere una specie di Garrincha, ma troppo spesso è stato, invece, una sorta di Alvarez. Mezzo punto in più per il gol nel derby di andata.

Rauti 34 presenze/4 gol, voto 6. Di stima. Si è sbattuto tanto “torello scatenato”, ma è ancora tanto il pane duro che deve azzannare per essere una punta temibile. Sbaglieremo, ma è ancora distante dalla cadetteria.

Floriano 32 presenze/6 gol, voto 5. Fatta salva una freddezza glaciale dagli undici metri, stagione assolutamente anonima fatta di stop sulla sinistra, rientri sul destro e tiri a giro. Troppo poco per chi dovrebbe essere una delle ciliegine più prelibate della torta rosanero.

Saraniti 31 presenze/5 gol, voto 5. Score sotto porta in linea con la carriera, chi si aspettava 800 gol non ne conosceva le caratteristiche. Purtroppo troppi “colpi di testa” senza palla. Colpe sue, che ha candidamente ammesso, ma tante colpe anche della società, che non lo ammetterà mai. 

Lucca 27 presenze/13 gol, voto 7,5. Il vero successo di questa stagione. Ad ogni suo gol nessun boato del pubblico purtroppo, ma il rumore di un registratore di cassa che ne segnava l’aumento di valore. I tifosi, ovviamente, si mettano il cuore in pace: bye bye Lorenzo! 

Silipo 25 presenze/1 gol 5. Sia Boscaglia sia Filippi l’hanno tenuto poco in considerazione. Viene il sospetto che non sia tutta colpa della direzione tecnica.

Santana 24 presenze/2 gol, voto 8. Da quando ha rimesso piede in campo con costanza, il terreno verde è diventato un affresco di Giotto, un racconto di Osvaldo Soriano. Elegante e funambolico, il gol del Massimino resterà scolpito per sempre nella storia di questa società.

Boscaglia 3. Arrivato con i galloni del Guardiola della terza serie se n’è andato come un Tedino qualsiasi (non ce ne voglia il buon Bruno). Poche luci, tante ombre. Anzi, tenebre.


Filippi 7. Ha compiuto un mezzo miracolo rivitalizzando una squadra allo sbando e stravolgendone completamente il canovaccio tattico: alla faccia del secondo allenatore! Chiedergli pure di vincere i playoff sarebbe stato come chiedere ad un pilota di Formula Uno di vincere il mondiale con un lapino.

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