Boscaglia confermato per “discontinuità”

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Quella avvenuta contro il Catanzaro di Calabro è stata la quarta sconfitta interna per i ragazzi di mister Boscaglia. L’ottava complessiva su venticinque gare disputate: in pratica una sconfitta mediamente ogni tre partite. Di certo un ruolino di marcia non proprio da squadra ambiziosa. Anzi, più da compagine che può sperare esclusivamente in un’anonima posizione di galleggiamento a cavallo del sesto (magari!) e del decimo posto.

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Roberto Boscaglia, tecnico del Palermo

RISULTATI IN LINEA CON GLI OBIETTIVI?

Alla luce dei risultati fin qui conseguiti, una società con delle reali velleità di promozione avrebbe dovuto compiere delle scelte abbastanza trancianti nei confronti del tecnico gelese. Evidentemente, però, quanto finora realizzato da Roberto Boscaglia è assolutamente in linea con i progetti dirigenziali e con la consapevolezza dei mezzi messi a disposizione dell’allenatore rosanero, tanto in estate quanto con il successivo mercato di riparazione.

UN BIENNALE DI DISCONTINUITÀ

Rimarranno probabilmente delusi coloro che chiedono con forza drastici provvedimenti nei confronti della conduzione tecnica della squadra. Questa società – per parola del suo presidente – ha sempre risposto che Boscaglia resterà tranquillamente al timone della nave rosanero. Non perché abbia sottoscritto un sostanzioso biennale, ci mancherebbe, ma perchè – oltre a “progetto” ed “appartenenza” – un altro degli slogan principali è stato “la discontinuità con la passata gestione”.

DA UN ECCESSO ALL’ALTRO

È inconfutabile che durante gli anni zampariniani si siano cambiati più allenatori che mutande, anche in maniera nevrotica e scellerata alle volte. Ma vaglielo a raccontare a quei poveri illusi dei tifosi che l’obiettivo principale della stagione è la ricerca della “discontinuità”. Loro – gli illusi – vorrebbero vincere le partite, vorrebbero scalare posizioni e categorie fin da subito. Magari utilizzando al meglio una rosa che già di per sè non è proprio un dream team. Peccato che invece continueremo così chissà per quanto. Anzi, “discontinueremo” così. 

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