Da Avellino la conferma: dal cilindro di Boscaglia non uscirà un coniglio

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È la dura legge del gol, così canta Max Pezzali, e niente di più vero c’è nel gioco del calcio. Gli avversari fanno gol, anche in modo rocambolesco, il Palermo no. I rosanero hanno segnato nelle dieci partite esterne la miseria di cinque gol. Se qualcuno nella stanza dei bottoni si sta ancora chiedendo quale è la vera caratura della sua squadra farebbe bene a ripassare la matematica. Essa non è opinabile e con i rosa in questo campionato è severa.

L’ostinazione a volere trovare soluzioni all’interno dell’organigramma appare agli analisti più attenti come una forma di accanimento terapeutico. A gennaio si doveva intervenire in maniera radicale sul mercato ed invece si è scelto di stare a guardare. Oggi la classifica dice che il Palermo è posizionato nella terra di nessuno, in quel limbo dove stazionano gli anonimi, le comparse. Nessuna ambizione, nessuna velleità ma solo una estenuante ricerca di alchimie che il novello Archimede da Gela ci propina ogni maledetta domenica.

PROGRAMMARE LA STAGIONE VENTURA

Cosa fare adesso? Riteniamo che il presidente, tifoso più di ogni altro, per sua ammissione stia attraversando un periodo di grande sofferenza interiore. Il problema però è che questo stato di malessere lo stanno subendo da tempo anche i supporters. Lo hanno manifestato in vari modi. Gli sfoghi sui social culminati in un pericoloso tutti contro tutti e i recenti striscioni apparsi fuori dal Barbera appaiono sintomatici di una scollatura tra la città e la sua squadra.

Adesso è finito il tempo degli esperimenti, occorre chiudere al meglio questo campionato e programmare in maniera vincente il prossimo. Chiediamo tutti un sussulto di dignità ai protagonisti di una delle stagioni più nere della storia rosanero. Lo chiediamo alla società perché abbia il coraggio di prendere decisioni per il presente e per il futuro. Lo chiediamo ai giocatori perché non dimentichino cosa rappresenta la maglia che indossano quando vanno in campo. Lo chiediamo, infine, a Boscaglia, che la smetta di inventarsi mago o pifferaio magico. Abbiamo capito ampiamente che dal suo cilindro non uscirà un coniglio.

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