“Togliere la cittadinanza a Zamparini”: il risveglio tardivo della politica

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Il Palermo Calcio rantolava, strangolato dai “maneggi” di un imprenditore senza scrupoli, che dopo aver riportato i colori rosanero nel gotha del calcio italiano, aveva deciso di riprendersi tutto con gli interessi.

Negli ultimi anni della gestione Zamparini, per far quadrare il bilancio e per far uscire soldi dal club, furono fatte operazioni inverosimili. E poi le vendite fittizie, il passaggio nelle “buone mani” (così le aveva definite l’ex patron rosanero) di un gruppo inglese che poi fuggì da Palermo lasciando tutto nella mani di Rino Foschi e Daniela De Angeli. Debiti per migliaia di euro da colmare, stipendi da pagare, grida di aiuto, la vendita alla famiglia Tuttolomondo, il fallimento.

IL PALERMO E LA POLITICA

Dov’era la politica a quel tempo? Cosa ha fatto per salvare il Palermo, bene di un’intera collettività e non solo dei tifosi. Giornalisti, sostenitori rosa chiesero ad alta voce l’intervento delle istituzioni, ma nessuno intervenne. Dopo la morte del Palermo, la rinascita del club fu però affidata al Comune che, dopo una gara l’assegnò a Mirri e a Di Piazza.
Da allora il sindaco Leoluca Orlando è tornato vicino ai rosanero, frequentando perfino lo stadio, dopo anni di assenza dal Barbera. La promozione in C ha perfino aggiunto una bandiera rosanero, oltre a quelle del Comune e dell’Italia a Palazzo delle Aquile, issata per l’occasione dal sindaco in persona.

CITTADINANZA DA RITIRARE

Adesso, a quasi un anno da quel fallimento, c’è anche chi si ricorda, molto tardivamente che a Maurizio Zamparini, imprenditore che fece le gioie dei tifosi nel 2004, ma che provocò molto dolore negli ultimi anni di gestione, l’ex sindaco Diego Cammarata aveva dato la cittadinanza onoraria. A Sala delle Lapidi, nei giorni scorsi il Movimento 5 stelle ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio dopo il deferimento a Zamparini al Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare.

RISVEGLIO TARDIVO

L’imprenditore è accusato di aver violato i doveri di lealtà, probità e correttezza, per aver determinato con il proprio comportamento una gestione anti-economica della società, fino a comportarne il dissesto e di non aver posto in essere utili interventi di ricapitalizzazione idonei al risanamento della società, determinando in tal modo il suo fallimento, con conseguente revoca dell’affiliazione della Figc. Bella scoperta. Sapere che Maurizio Zamparini sia un loro concittadino, non deve far dormire sogni tranquilli al M5S, che ritiene, in questo momento di grande crisi economica, che ad un anno di distanza dal fallimento vada fatta giustizia. Un risveglio ultratardivo, che fa puzza, molta puzza, di promozione elettorale.

RETTIFICA

Il M5S ci chiede una rettifica e noi la facciamo. È bene precisare peró che l’articolo non è un attacco ai grillini, ma alla politica locale in generale. D’accordo, precisiamo che il Movimento 5 stelle aveva già richiesto nel giugno dell’anno scorso, ovvero quando il Palermo era già affondato, la revoca della cittadinanza. Ne prendiamo atto ed è meglio di niente nel silenzio generale di tutte le altre forze politiche. Ma a febbraio, marzo, aprile, maggio 2019 e negli precedenti in cui erano già palesi i “maneggi” di cui sopra, dov’era la politica?

LA NOTA DEL M5S IN SEGUITO AL NOSTRO ARTICOLO

Ad integrazione, si richiede l’inserimento dentro l’articolo di questa nota a firma del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Palermo: “È errato affermare che la richiesta di ritiro della cittadinanza onoraria all’ex presidente Zamparini sia tardiva in quanto, come ampiamente riportato dalla stampa, oltre alla richiesta del giugno 2020, era già stata trasmessa dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle nel maggio 2019 al Sindaco, quindi circa un anno fa, non ottenendo all’epoca nessuna risposta. Oggi, alla luce anche del deferimento della Procura Federale, riteniamo che il Sindaco non possa non valutare la richiesta di revoca che il M5S chiede da tempo”.

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