Javier Pastore: «Non ho mai avuto la mentalità da leader»

Uno dei migliori giocatori che ha avuto il Palermo è stato intervistato da una televisione argentina. Javier Pastore ha qualche rammarico, e non lo nasconde

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In una intervista rilasciata a pochi giorni dal suo 31° compleanno ai microfoni di TyC Sports, una Tv argentina, Javier Pastore si è raccontato. Dai suoi ricordi è emersa anche qualche nota di rimpianto. «In tanti mi dicono che avrei potuto fare meglio. Quando arrivai a Parigi al Paris Saint-Germains ero reduce da un’ottima stagione al Palermo. Nei miei anni in rosanero mi sentivo un leader in campo. Ma quando al PSG arrivarono altri giocatori come Ibrahimovic, che si prese molte responsabilità, lasciai che fosse lui la stella. Ho sempre avuto una mentalità vincente ma mi è mancata quella per pensare di diventare il migliore al mondo”.

NEYMAR PENSA DI ESSERE IL NUMERO UNO

A differenza, per esempio, di Neymar. «So che nella sua testa pensa di essere il numero uno e ha tutto per riuscirci ─ dice Pastore ─. Se sta bene, può vincere da solo le partite e avrebbe potuto dare di più di quello che ha dato. Ma è anche questione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto ma la mentalità e le qualità per essere al livello di Messi e Ronaldo le ha».

«IBRAHIMOVIC ATTACCANTE COMPLETO»

Nella sua speciale classifica dei calciatori con cui ha giocato, mette però Neymar solo al terzo posto, dietro Messi e Ibrahimovic. Dello svedese Pastore ha grande stima: «È molto, molto forte, un attaccante super completo. Con lui ho avuto una grandissima chimica in campo. E’ un personaggio ma dentro lo spogliatoio si comporta benissimo. E’ il miglior capitano che abbia mai avuto perché lotta fino alla morte per i suoi compagni al di là dell’arroganza che mostra davanti alle telecamere».

TOTTI A ROMA COME MARADONA

Con Totti, invece, Pastore si è solo sfiorato. «Qui è unico ─ dice ─. Per Roma è quello che Maradona è per il resto del mondo. Ha fatto cose incredibili, è difficile che qualcuno possa prendere il suo posto e non mi sarebbe piaciuto essere paragonato a lui perché non mi sento alla sua altezza».


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