Gravina, idea per dissipare la “polemica dei tamponi”

LE PAROLE DEL PRESIDENTE FIGC

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Il Coronavirus è ancora presente nella nostra vita quotidiana anche se la sua stretta, come le restrizioni, sembra allentarsi progressivamente sul nostro Paese. Ma la salute resta, ovviamente, il bene primario da preservare per evitare nuovi contagi ed ulteriori decessi. La Figc vorrebbe riprendere i campionati assicurando, ovviamente, di seguire tutte le norme igienico-sanitarie che permetterebbero di giocare senza paure. Nei giorni scorsi, serpeggiava la voce secondo la quale le squadre avrebbero dovuto sottoporsi a numerosi tamponi per individuare il Covid-19. Tamponi che, molto spesso, sono negati alle “persone comuni” anche in presenza di sintomi. Proprio per questo motivo era scoppiata una polemica: perché i calciatori devono essere privilegiati? Gabriele Gravina ha proposto un’idea, per dissipare tale malcontento, che potrebbe diventare un giusto compromesso.

Gravina

GRAVINA: È UNA BUONA IDEA?

Perché i giocatori possono usufruire di tamponi a tappeto e la gente comune, seppur in presenza di sintomi da Covid-19, no? Questa era la domanda che, polemicamente, aveva invaso i social network. Lo stesso Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, aveva preso le distanza da questa decisione: “Il calcio non vuole passare come una disciplina di privilegiati che ‘ruba’ i tamponi alle categorie più bisognose”.

L’attacco frontale di Tommasi, ovviamente, ha dato forza alle polemiche. Per dissipare tutte le voci (e per avvicinarsi sensibilmente alla ripresa dei campionati), Gabriele Gravina ha avuto un’idea che potrebbe mettere d’accordo tutti. Almeno sul fronte dei tamponi. Un compromesso davvero particolare: “Ogni società comprerà 1.000 tamponi ma ne pagherà il doppio – sarebbe la proposta formulata al ministro Spadafora da Gravina – in modo da lasciarne la metà alle persone che ne hanno bisogno”.

Il “Gravina pensiero” è stato svelato dal Corriere dello Sport e questa idea potrebbe, davvero, diventare la chiave di volta per eliminare un problema, etico, che rallenterebbe la continuazione dei campionati di calcio in Italia. Mentre diverse idee nascono e si scontrano, le leghe attendono la decisione finale del Governo presieduto da Giuseppe Conte tenendo la dita incrociate: la voglia di ripartire, in sicurezza, c’è.

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