Dalla casa di riposo intercettazioni raccapriccianti e mortificanti

Dalle intercettazioni registrate nella casa di riposo dal Nucleo di polizia economica finanziaria delle Fiamme Gialle vengono fuori maltrattamenti e offese

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Gianluca Angelini, il comandante del Nucleo di polizia economica finanziaria delle Fiamme Gialle, che ha coordinato l’inchiesta che ha coinvolto la casa di riposo “Bell’Aurora”, in una intervista pubblicata dal Giornale di Sicilia ha definito i comportamenti delle persone arrestate come “un campionario disumano di nefandezze ignobili e gratuite verso gli anziani”. In effetti, nello scorrere la terribile lista delle intercettazioni che ha pubblicato il quotidiano a proposito dei maltrattamenti subiti dalle decine di anziani ricoverati nella struttura, trapelano la crudeltà e il sadismo degli operatori che si occupavano degli anziani all’interno della struttura.

GLI ORRORI QUOTIDIANI

È lunga la terribile lista delle offese e delle ingiurie che sono stati costretti a subire gli ospiti della casa di riposo, e viene fuori l’indole spietata degli operatori. Nelle intercettazioni si vede anche un’anziana che per sfuggire alle sevizie stava per buttarsi dal balcone gridando «Voglio morire ammazzata». Inoltre si sente una delle addette che vantarsi perché ha «impiccicato proprio in faccia» ad un’anziana una spugna piena dei suoi escrementi, e un’altra che a una donna che chiedeva di andare in bagno dicendo «aiu a viscica china china», ribatte: «E ora ti scoppia accussì muori e ti levi i ravanzi». In un’altra conversazione si sente un’addetta che si rivolge ad una degente dicendole: «Sì disanurata, un sì bona, sì malefica , malvagia!» e ancora «guarda che faccia che ha, ormai addiventò babba, tutta cretina addiventò, ormai è andata».

LE VOCI DALL’INFERNO

Queste sono altri stralci di offese provenienti dalle intercettazioni registrate nella casa di riposo: «Pezza di merda! Lei è una merda. Lei signora può morire ragliando, è bene che lo sa… Io la detesto, fa schifo, la smette di dirmi che mi vuole bene? Deve stare zitta, la gente dorme! Dunque, signora, faccia una cosa, cada dal letto, crepi ammazzata, io qua dentro non vengo più». Oppure: «Schifezza umana, zitta che ti prendo a pedate». Un trattamento squallido veniva riservato ad una degente che chiedeva di essere lavata». E ancora: «Può ragliare sola, signora, io non le devo dare niente e ora per quanto mi riguarda può crepare, ma vaffanculo, sei un veleno!».

I PARENTI NON SAPEVANO NULLA…

Nella intervista del comandante Gianluca Angelini, ad un certo punto gli viene chiesto se qualche familiare avesse mai denunciato quanto accadeva nella casa di riposo di via Emerico Amari. “Nessuno”, ha risposto il militare. E questo è un fatto davvero strabiliante, perché non si capisce come negli anni nessuno abbia potuto capire o intuire che un suo parente viveva in un lager.


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