Coronavirus, in trentamila rientrano in Sicilia, mille anche dall’estero

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Nonostante le limitazioni ad arrivi e partenze, decise per contenere la trasmissione del Coronavirus, continuano gli spostamenti di centinaia di persone da e per la Sicilia.

LA SITUAZIONE

Gli spostamenti non si fermano all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo, sebbene si registri una forte diminuzione del 50 per cento dei viaggiatori. Le compagnie aeree continuano a cancellare diversi voli da Palermo e Catania al fine di ridurre al minimo il possibile espandersi del Coronavirus ma ancora molti sono i voli diretti garantiti. Soltanto ieri sono giunti nel capoluogo meno di 500 passeggeri dalle isole minori Lampedusa e Pantelleria, da Milano Linate, da Roma e anche dalla Germania. A Catania invece gli sbarcati sono circa 566 provenienti da Torino, Amburgo, Düsseldorf, Stoccarda e Londra. Nonostante questi numeri, il tutto si sta svolgendo tenendo conto di quanto riportato nel decreto 112 del 12 marzo 2020 del Mit. Gli aeroporti di Palermo e Catania, infatti, fanno parte di quelli che garantiranno l’operatività.

L’ASSESSORE RAZZA: PARTITE SOLO SE NECESSARIO

L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, evidenzia un aspetto positivo circa i trentamila che hanno “sfidato” il Coronavirus. “Quello che ci conforta su questi rientri è che se trentamila cittadini hanno voluto registrarsi è perché intendono rispettare le regole. Dopo il 3 aprile vedremo quali sono stati i primi effetti di questo rigore. Le misure di pubblica sicurezza competono allo Stato e il dialogo tra la Regione e lo Stato è molto intenso anche in queste ore. Facciamo appello ai cittadini: chi deve ritornare in Sicilia lo faccia solo se indispensabile. Se non ci sono ragioni di indispensabilità, già ora il decreto del Presidente del consiglio dei ministri obbliga alla permanenza presso il proprio domicilio”.

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