Grinta da capitano, Santana: “Conto i giorni… Savoia? Noi siamo il Palermo”

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Sfoglia la margherita e… pure il calendario. Mario Alberto Santana si sta riprendendo, e conta i giorni che lo separano dal ritorno in campo con il suo Palermo. L’argentino incrocia le dita e spera di farcela per il rush finale, quello che, se tutto andrà bene, porterà i rosanero verso il primo ed unico grande obiettivo stagionale. “Non vedo l’ora di tornare – ha raccontato Santana – e sapevo che sarebbe stato un percorso lungo. Adesso è arrivata l’ora di pedalare”.

Per la prima volta dopo lungo tempo, domenica scorsa, a Licata, è entrato nel… taccuino arbitrale: “Sono andato un po’ oltre, può capitare. Eh, ora è un casino per me… domenica – scherza – non potrò giocare… In campo ci sono sempre e come posso provo a essere presente per i ragazzi. Mi rende orgoglioso sapere che i ragazzi – prosegue a Siamo aquile, su Trm – si fidano di me e che mi seguono. Nonostante sia fuori ci sono tante piccole cose e gesti che ti possono fare sentire importante. Ho cercato di dare tutto per loro, per farli crescere, non per me stesso”.

santana

NOI SIAMO IL PALERMO

Il duello col Savoia è il primo pensiero della tifoseria, in questo momento. Anche se, in realtà, prima dello scontro del Giraud, il calendario offre sfide di grande rilievo. “La verità – ha sottolineato Santana – è che siamo il Palermo e tutti ci guardano, gli altri si sono dovuti sempre attaccare a qualcosa, ma la verità è che ogni partita non ci ha regalato niente nessuno. E noi non ci siamo mai lamentati di niente”. Due parole anche a proposito degli arbitraggi: “Posso capire che per gli arbitri – continua – può essere difficile dirigere una partita del Palermo”.

DERESPONSABILIZZAZIONE

Quella degli under in campo è stata una tematica che ha calamitato ogni attenzione, sin dall’inizio del campionato. Mario Alberto Santana sottolinea un concetto importante: “E’ probabile che l’obbligo degli under toglie loro responsabilità, e inconsciamente forse danno qualcosa in meno. Se non ci fossero questi obblighi dovrebbero guadagnarsi il posto, così invece hanno un “bonus”. Io da giovane dovevo dare il triplo degli altri – prosegue – e fare sacrifici, non basta sapere di dover giocare per forza. E devono capire che non devono fermarsi qui, ma pensare sempre più in grande. Già in Serie C potrebbe essere diverso”.

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