Omicidio al Cep, fermato il killer di Lombardino

INCHIODATO L'ASSASSINO

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Omicidio al Cep di Palermo, le indagini della polizia hanno prodotto un fermo. A quanto pare, il killer che ha ucciso Francesco Paolo Lombardino è Giuseppe Lombardino, zio di sessantadue anni della vittima. Questi sono i risvolti ottenuti dal lavoro d’indagine della Squadra Mobile di Palermo. Nella tarda serata di ieri è stato emesso l’ordine di fermo del sostituto procuratore Amelia Luise e dell’aggiunto Ennio Petrigni: il carpentiere 47enne è stato ferito a morte da due colpi di pistola esplosi, a quanto sembra, dalla pistola del parente.

Omicidio al Cep

OMICIDIO AL CEP: NON ERA IL NIPOTE L’OBIETTIVO DEL KILLER

Da quanto emerso dalle indagini in corso di svolgimento, l’obiettivo di Giuseppe Lombardino non era il nipote. Il parente è stato ucciso per sbaglio al posto di Carmelo Torregrossa, in conflitto con il killer per “questioni legate all’uso di stupefacenti“. Gli inquirenti hanno dovuto chiarire tutti i contorni di una vicenda spigolosa e difficile da risolvere in virtù delle false informazioni raccolte. Ma il paziente lavoro d’analisi delle prove, a quanto pare, sembra aver prodotto la fisionomia ed il nome dell’assassino di Francesco Paolo Lombardino. Rodolfo Ruperti, capo della Squadra Mobile, è uscito allo scoperto certificando le voci che si ricorrevano:

“È stato un caso particolarmente complesso perchè sin dall’inizio i familiari della vittima hanno deliberatamente depistato le indagini, ma alla fine siamo riusciti a ricostruire cosa era realmente accaduto. I familiari avevano provato a portarci lontano ci avevano indicato un luogo, quello del ferimento, che era distante addirittura un chilometro dalla strada dove erano realmente avvenuti i fatti”.

Dalle ultime informazioni, Carmelo Torregrossa (pregiudicato per droga) sarebbe sopravvissuto a due attentati. La prima volta è rimasto ferito da diverse coltellate mentre tra la notte del 26 ed il 27 dicembre è uscito quasi illeso da un secondo tentativo di omicidio.

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