Comune vs Palermo calcio: qual è il prezzo giusto?

Tante polemiche in questi giorni per le richieste del Comune riguardo alla concessione dello Stadio Barbera all'Ssd Palermo: ma siamo sicuri che il prezzo non sia congruo?

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Tra gli aspetti che in questi giorni, rispetto al Palermo calcio, sono tema di confronto ed opinione, c’è la questione stadio, la sua concessione pluriennale e la ricerca di una intesa tra Comune ed Ssd Palermo.

PREZZO REALMENTE ESAGERATO?

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Si è discusso e letto molto in merito, e la direzione delle opinioni dei tifosi sono per lo più orientate nel ritenere certe aspettative del Comune esose e fuori luogo rispetto alla situazione attuale, che vede il Palermo in serie D. Della questione si dice che il mutuo di gestione di 335 mila euro fissato in tre rate richiesto dal Comune  sia spropositato. Ma ne siamo certi? È giusto e doveroso per il Palermo poter contrattare per ottenere le condizioni migliori possibili, ma detto questo, siamo sicuri che il prezzo sia realmente “folle”? Il Renzo Barbera è uno stadio da serie A non da D, è il Palermo a trovarsi in D non il suo impianto. Del resto chi può in D vantare un impianto, una cornice, un terreno da gioco del genere e sfruttarne i benefici? Nessuno. E lo vediamo fin troppo bene non appena si va a giocare in trasferta.

TEST DI AFFIDABILITA’

Se la nuova società è ambiziosa e manifesta l’intenzione di voler tornare rapidamente ai massimi palcoscenici calcistici, può farsi spaventare da queste cifre? Onori ed oneri, perché il Barbera ha delle esigenze che non differiscono molto, in base alla categoria. Sia chiaro, la società va supportata, ma va anche testata.

I MIRRIANI NON SARANNO D’ACCORDO

In città nel tifo si notano due atteggiamenti diametralmente opposti, ma entrambi comprensibili. Un partito che sostiene in modo incondizionato ed entusiastico il nuovo corso rosanero, proteggendone e giustificandone qualsiasi decisione. Ed un altro più cauto, critico e diffidente che forse, ancora memore e scottato dall’epilogo del Palermo ex zampariniano, cerca costanti verifiche, scrutando ogni respiro della nuova società nel timore di eventuali carenze e deficit, in modo da allertare o non illudere l’ambiente troppo smanioso di credere ed esorcizzare il recente passato, votandosi con incondizionato appoggio ed entusiasmo al nuovo corso.

EQUILIBRIO

Serve più equilibrio. Una piazza non deve schierarsi o dividersi in fazioni, nè deve aver timore di porre domande scomode, cercare garanzie. Per questo anche la vicenda stadio non deve essere vista solo come un braccio di ferro tra burocrazia amministrativa e sport, in cui cercare o capire chi è “il cattivo”.  Ma bisogna considerarla anche come una opportunità. Ben vengano questi nodi al pettine. Vedere come essi vengano districati può dare la misura, anche in prospettiva del nostro reale a attuale potenziale: siamo in quelle solide mani che auspichiamo? Una cosa però sia chiara: la storia dei 191 posti per cariche vip e istituzionali è una triste vicenda, quasi una prassi estorsiva e non può e non deve essere assolutamente accettata.

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