Il Palermo fallisce ancora fuori casa. Il derby è del Catania

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Il derby è del Catania. Con pieno merito. Il Palermo ha fallito ancora una volta in trasferta e, stavolta, nella partita che più contava per i suoi tifosi. Senza contare le conseguenze sulla classifica, con un brusco rallentamento nella corsa dei rosanero dietro al Bari. Ha fatto tutto Luca Moro, il super bomber rossazzurro, autore di una doppietta, un gol per tempo: su rigore nel primo tempo e la rete che ha chiuso la partita, a dieci minuti dalla fine. Per lui sono già 18 i gol in campionato.

Per la squadra di Filippi anche l’ulteriore danno delle due espulsioni di Almici e di Luperini, che erano subentrati nella ripresa, nel tentativo di recuperare lo svantaggio. Davvero incredibile il rosso a Almici, cacciato per avere strattonato un raccattapalle che aveva trattenuto un pallone per una rimessa in attacco dei rosanero. Il Catania ha vinto, con merito, grazie all’intensità messa in campo, soprattutto nel primo tempo. Le motivazioni e l’agonismo degli uomini di Baldini hanno prevalso su un Palermo sulla carta tecnicamente superiore, ma che ha palesato le solite difficoltà in fase di costruzione, con Odjer e Dall’Oglio decisamente sotto tono; dall’altro lato, un Greco grande protagonista è stato costantemente spina nel fianco della difesa rosa. Primo tempo tutto di marca rossazzurra.

Al 24° il gol del vantaggio di Moro, su rigore per un fallo ingenuo di Odjer su Biondi. Il Catania ha poi sfiorato la rete in altre tre circostanze, due volte con Russini, poco preciso in entrambe le occasioni, e una con Biondi il cui tiro è stato respinto da Pelagotti. Palermo invece in avanti del tutto assente, con il solo Soleri a battersi tra le maglie strette della difesa catanese. Troppo compassato il Palermo, schierato da Filippi con il solito 3-5-2, con le novità di Crivello titolare a sinistra e Accardi esterno a destra di centrocampo. Una iniezione di palermitanità che non è bastata davanti alla veemenza dei rossazzurri, spinti dagli undicimila sugli spalti del Massimino dove non erano potuti arrivare i tifosi del Palermo, rappresentati da un centinaio di bambini con le sciarpe rosanero.

Nella ripresa, con gli ingressi di Silipo, Luperini e Almici, il Palermo aveva alzato il suo baricentro, creando un paio di pericoli con un tiro di Silipo e con una girata di Soleri a fil di palo. Tutta qui la pressione della squadra di Filippi, tradita dalla veemenza con cui si è gettata avanti, cercando di evitare di essere colpita dai contropiedi degli etnei. Il Palermo non ha saputo approfittare del vantaggio numerico per l’espulsione di Russini. Troppi gli errori in impostazione, troppe le palle perse, che hanno facilitato il lavoro della difesa dei padroni di casa.

L’espulsione di Almici ha ripristinato la parità numerica e il Catania ne ha approfittato ancora con Moro che ha segnato il raddoppio con un gol da grande centravanti. E ha soltanto 20 anni. I rossazzurri su contropiede avrebbero pure potuto segnare il 3-0, ma Pelagotti si è opposto al solito Moro. Il fallo costato l’espulsione di Luperini è stato il segnale della resa di un Palermo che in versione trasferta proprio non funziona e che fuori casa sta compromettendo le sue ambizioni di promozione diretta. Adesso Filippi dovrà mettersi sotto per far dimenticare la brutta botta: c’è già in vista la grande sfida al Bari capolista.

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