Pisa, il ritorno di D’Angelo in panchina spezza la “maledizione”

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Due partite sono bastate a Luca D’Angelo, tecnico del Pisa, per riaccendere l’entusiasmo e la speranza nei tifosi nerazzurri. Le strade della squadra toscana e dell’allenatore abruzzese si erano divise a giugno, dopo la cocente delusione della finale playoff persa contro il Monza che è costata al Pisa la promozione nella massima serie. Il cambio in panchina e la parziale rivoluzione della squadra in sede di mercato non hanno tuttavia sortito gli effetti sperati dalla società; cioè quelli di ripartire da un gruppo nuovo che potesse avere maggior entusiasmo di quello che aveva mancato di un soffio il sogno promozione qualche mese prima. Così, visti i risultati deludenti, alla fine si è deciso di fare un passo indietro. L’edizione odierna de “Il Tirreno” parla proprio dell’avvicendamento in panchina e dell’entusiasmo ritrovato a seguito del ritorno di mister D’Angelo. Ecco uno stralcio dell’articolo:

“Ad inizio stagione – si legge – era come se la delusione di quella nottata (la finale di ritorno dei playoff persa con il Monza n.d.r.) non fosse ancora passata. Troppo fragile, la squadra, per riallacciare i fili del discorso interrotto. Troppo anche per rispondere agli episodi sfavorevoli che sul campo di gioco, durante una partita, prima o poi si materializzano. Una spirale negativa pericolosa e da cui uscire non è mai semplice. Come una maledizione. E per spezzare il sortilegio, appunto, c’è bisogno di un rito di passaggio. Che si è materializzato con il ribaltone in panchina”. 

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Luca D’Angelo, tecnico del Pisa

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“Così Maran ha pagato il conto per tutti. Lui che in quella notte di maggio neanche c’era. Ma ricordate la teoria di Van Gennep? La prima fase è la separazione. Quella che D’Angelo aveva vissuto in precedenza (con il divorzio di giugno). È tornato con i postumi già smaltiti, insomma. E il suo impatto, non a caso, è stato ed è devastante: vittoria all’esordio (di Perugia), prima gara senza reti al passivo (col Parma) alla seconda”.

“Tra le poche certezze legate al calcio – si continua a leggere nell’articolo – c’è quella che coi “se” e coi “ma” non si va da nessuna parte, è vero, eppure la sensazione che l’eventuale conferma del tecnico di Pescara potesse produrre risultati diversi (rispetto agli attuali) c’è. E anche il fortissimo legame con il popolo nerazzurro, per esempio, poteva risentirne. No, il rito di passaggio serviva davvero e ora bisogna fare di tutto per continuare a raccoglierne i frutti”.

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