Il derby lo vincono gli “arancini”, Palermo ko – LE PAGELLE

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Catania-Palermo, alla vigilia del giorno di Santa Lucia, ha una sfida nella sfida: quella tra “arancini” ed “arancine”. I rossazzurri fanno prevalere la declinazione maschile, e impacchettano ai rosanero pure una bella ‘nguantiera di cartocciate. Così, dopo il nobile “pre-derby del cuore”, va in scena il derby del fegato. Quello “a matapollo” dei tifosi rosanero costretti ad assupparsi una sconfitta senza attenuanti in un match praticamente mai giocato. La perde malamente la squadra di Filippi, presentatasi al Massimino con la cattiveria di un cucciolo di panda: gli unici che oggi hanno il “sangue agli occhi”, infatti, sono sempre e soltanto i tifosi rosanero inchiodati alla TV. E stavolta non per la qualità delle immagini di Eleven. A proposito, si dice che per assistere al prossimo derby saranno valide solo le tessere punti CONAD, ma a patto che i possessori abbiano già raggiunto un certo numero di bollini. 

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È derby, squadre pronte a partire

PRIMO TEMPO

Mentre il Catania pressa a spron battuto il Palermo sembra essere rimasto all’area di servizio di Gelso Bianco. E così – tra un CD di Fausto Papetti ed una “Rustichella” – i rosanero creano zero occasioni e non inanellano mai tre passaggi di fila. Logico l’esito: etnei in vantaggio grazie a Moro che segna su calcio di rigore concesso per un fallicchio di Odjer. La partita non cambia il suo abbrivio e solo l’imprecisione degli attaccanti etnei ed un attento Pelagotti lasciano il Catania avanti di un solo gol. Si va all’intervallo, sperando che il mister rosanero trovi la pozione magica giusta per spezzare un perfido incantesimo.

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SECONDO TEMPO

Subito Silipo in campo parrebbe essere la svolta e, infatti, il talentino romano diventa il fulcro della manovra rosanero ed è il primo fa sporcare i guanti al numero uno del Catania, Stancampiano. Poi è Soleri che gira di poco a lato un cross di Almici e qualche minuto dopo il Catania resta in dieci per l’espulsione di Russini. Palermo in dominio? No, tutt’altro! Paradossalmente è l’inizio della fine per il Palermo che, prima perde Almici (espulso per aver strattonato un raccattapalle che siamo certi diventerà leggendario sotto l’Etna), poi prende il secondo il gol (ancora con Moro che banchetta allegramente nell’area rosaneo) e poi resta addirittura in nove (rosso per Luperini). Amarissimo il finale per i rosa. Per oggi hanno vinto gli arancini. Con buona pace pure di Santa Lucia.

LE PAGELLE

Pelagotti 6,5. Incolpevole sui due gol, evita che il passivo assuma proporzioni da “cafiàta”.

Buttaro 6. Fa bene il suo dovere con ordine. L’ultimo dei difensori a meritare il cambio.

Dal 54° Almici 4. In poco più di venti minuti accucchia un buon cross ed un rosso diretto che gli regala la comodità di un seggiolino in ecopelle dal quale assistere a Palermo-Bari. 

Marconi 5. Sicuro come un vespino sul bagnato, si fa saltare come un birillo in occasione del raddoppio etneo.

Crivello 5,5. Ci mette cuore ed agonismo, ma giocare a pallone è un’altra cosa ed anche lui sta ancora cercando Moro. 

Accardi 5. Da laterale non incide mai e da centrale è sempre borderline con la fissarìa.

Dal 86° Fella s.v.

Odjer 4,5. In mezzo al campo non ne azzecca una ed è l’autore del falletto da rigore del vantaggio rossazzurro. Catastrofe.

Dal 46° Silipo 6. Calamita mille palloni ed è la scintilla di un fuoco che, però, non si accende mai. 

Dall’Oglio 4,5. Dimentica per un giorno il calciomercato e più che un ex è l’uomo in più della mediana del Catania. 

De Rose 5. C’è ma non c’è. Quando si rifugia nel lancio alla viva al parroco dà l’idea di una squadra oltre la frutta. Al caffè. Anzi, all’amaro.

Dal 54° Luperini 4. L’impatto sulla gara è sufficiente, poi – come di consueto – si smarrisce e riappare solo con un raptus che gli costa il rosso a partita praticamente già finita.  

Valente 5. Costretto a stare sulla difensiva non affonda praticamente mai dal suo lato. 

Dal 70° Floriano 5. Vabene che non gioca da quando Via Maqueda non era pedonale, ma solo un paio di palloni toccati in venticinque minuti è davvero troppo poco.

Soleri 6,5. “Entraesegna” è l’unico combattente, dal primo al novantesimo. Manca il pari per pochi centimetri, penalizzato – forse – dall’aver giocato dall’inizio.

Brunori 4,5. Aspetta con calma olimpica per novanta minuti più recupero il pallone sui piedi eclissandosi totalmente dalla battaglia sul campo. 

Filippi 5. Non è questione di questo o quel giocatore, di una scelta piuttosto che un’altra. La squadra che si presenta al derby è moscia, scarica, quasi un agnello sacrificale. Lo spieghi lui il motivo. Leggenda narra che lo storico patron Massimino volesse acquistare al calciomercato “amalgama” per la sua squadra. Bisogna che il tecnico di Partinico inviti il presidente Mirri a seguirne le orme e già il due gennaio si presenti per prendere “carattere”, “voglia” e “determinazione”. Le vere pedine che sembrano mancare a questa squadra nei momenti cruciali.

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