I regali del Potenza danno la vittoria a un Palermo brutto e cinico

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Il Palermo vince e va benissimo così, ma contro il Potenza al Barbera gioca una delle più brutte partite della stagione, almeno riguardo a quelle casalinghe. Restano tre punti importantissimi perché se Turris e Catanzaro domani si divideranno la posta, nello scontro diretto, i rosanero resteranno da soli al secondo posto in classifica, dietro al Bari.

Un 2-0 con le reti di Fella e Silipo che va ben oltre i meriti della squadra di Filippi e dei demeriti di un Potenza a caccia di punti salvezza e che fino al gol di Silipo ha provato in tutti i modi di riacciuffare un pareggio che non sarebbe stato immeritato. Il Palermo deve ancora una volta ringraziare la difesa avversaria per i regali, due errori clamorosi da cui scaturiscono le due reti, nella ripresa.

Il vantaggio è arrivato al 51°, è scaturito da un lancio fuori misura di Luperini per Almici che però con caparbietà riesce a raggiungere il pallone sulla fascia destra e a crossare al centro dell’area; qui Piana respinge di testa sulla schiena di Carnielutti e Fella è lestissimo a approfittare del rimpallo per battere Marcone da pochi passi. Al 95° è sempre Piana che si fa scavalcare, a centrocampo, da un pallone rinviato dal limite dell’area area del Palermo; stavolta è prontissimo Silipo a sfruttare la chance, si invola da solo verso la porta del Potenza e batte Marcone.

La vittoria cancella ogni discussione, ma le difficoltà del Palermo a fare gioco sono emersi in modo palese per tutti i 97 di gara, recuperi compresi. Il primo tempo è stato di una bruttezza rara. Filippi che deve fare a meno dello squalificato De Rose, ripropone in sostanza lo stesso schieramento di Andria, almeno sulla carta. Perché a centrocampo schiera Luperini e Dall’Oglio, con Odjer, mentre in avanti Fella fa coppia con Brunori. Il Palermo non riesce a trovare la chiave per scardinare la difesa del Potenza, è farraginoso a centrocampo e nullo sulle fasce. Di palloni pericolosi non se ne vedono, e la prima opportunità arriva al 21° con un colpo di testa di Perrotta.

Il Potenza bada soprattutto a difendersi e a chiudere gli spazi, e ci riesce benissimo, affacciandosi raramente dalle parti di Pelagotti con Volpe che però non è mai servito bene dai compagni. Non riuscendo a sviluppare un gioco lineare e logico, il Palermo si affida ai lanci lunghi per le punte, ma Fella che aveva cominciato bene, si perde strada facendo; l’unico a provarci è Brunori che al 41° incrocia un rasoterra che sfiora il palo alla destra di Marcone. Il primo tempo è tutto qui.

Nella ripresa, dopo il lampo della rete trovata da Fella, è il Potenza a controllare il gioco e a stringere il Palermo nella sua metà campo; l’innesto di Salvemini dà maggiore lucidità e pericolosità alla squadra di Trocini che impegna Pelagotti con un tiro da fuori di Sandri, forte ma centrale. Le risposte del Palermo sembrano estemporanee e casuali. Luperini conquista una palla sulla trequarti, si libera di un paio di difensori e arriva al tiro da buona posizione, ma calcia alto. Il Palermo soffre il Potenza, ma l’unico cambio di Filippi è Crivello per Dall’Oglio e di effetti concreti non se ne vedono.

È il Potenza a sfiorare il pari con Volpe che gira in porta un assist di Salvemini, ma non sorprende un attento e reattivo Pelagotti che blocca a terra; la risposta dei rosanero è in una botta da fuori area di Odjer che Marcone manda in corner. Quello del Potenza è un forcing che tiene in apprensione i 7.400 tifosi rosanero sugli spalti. Filippi sostituisce prima Brunori con Soleri, un cambio che forse fa parte delle clausole del suo contratto, vista la prevedibile ripetitività con cui lo propone, ma all’85° (soltanto a cinque minuti dalla fine dei tempi regolamentari) manda in campo Silipo per Fella, insieme a Marong per Almici. E come spesso capita, la panchina è un bancomat per l’allenatore del Palermo, che, anziché soldi, preleva gol e punti. Il numero 10, prima scalda il suo sinistro con un tiro che va fuori di poco, poi nell’ultimo giro di orologio, segna la rete del 2-0. Tutto è bene quel che finisce bene e, finché va così, lamentarsi sembra quasi da ingrati. Ma è un fatto che questo Palermo raccolga più di quanto semini e non sempre la fortuna può essere dalla sua parte. Dopo 14 giornate, questa squadra non ha ancora dimostrato di avere una idea di gioco e una identità chiara. Nonostante ciò è seconda e in serie positiva da cinque turni. Qualcosa vorrà pur dire.


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