Palermo, un calciomercato tra briscola e Lukaku

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Triplice fischio finale per questa sessione di calciomercato. Una sessione nella quale il Palermo – eccezion fatta per l’operazione che portato De Rose in rosanero – è stato più immobile dei cavalli del Politeama. Ma cosa vi aspettavate, una masculiàta del Festino fuori stagione? Perchè una società con la squadra al nono posto – visto il sistema che porta alle promozioni – avrebbe dovuto svenarsi adesso? E poi, ricordatevi che a gennaio – DPCM permettendo – i saldi valgono solo per l’abbigliamento: a gennaio i calciatori buoni si devono pagare con moneta sonante.

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"Certo che faremo qualcosa al calciomercato", aveva dichiarato il presidente Mirri

Da qualche immagine televisiva si era pure vista la presenza del direttore sportivo Castagnini all’hotel Sheraton di Milano, sede di questo calciomercato. Tutto lasciava presagire che qualcosa si sarebbe mosso. E invece no. Nulla. Ci diranno che hanno provato a fare lo scambio Saraniti-Lukaku, che i nerazzurri erano pure d’accordo a versare un congruo conguaglio in favore del Palermo ma che la trattativa si è arenata perchè Lukaku era già in parola con la Paganese che offriva un triennale.

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Davvero, ma cosa volevate da questa sessione di calciomercato? Perché una società che ha costruito una rosa mal assortita quest’estate e che non ha fatto alcuna operazione dal 4 di gennaio – sempre eccetto De Rose – avrebbe dovuto fare il colpo last minute? In tanti sostengono che facendo qualche buon acquisto la società avrebbe dato un segnale. No signori miei, i segnali servono solo per la briscola: lì sì che sono fondamentali, eccome. Per mettere a punto una buona squadra di calcio, purtroppo, serve ben altro.

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È comprensibile la delusione di tanti, ma sappiate che questa è stata soltanto una strategia messa in atto dalla società del presidente Mirri. Proprio così, il Palermo ha voluto vedere le mosse degli avversari per predisporre a tempo debito le contromosse: fino al 31 marzo, infatti, è aperto il mercato degli svincolati.

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