Coltivare orti urbani è vietato: la lettera di un hobbista

Le parole di un hobbista in seguito al nuovo DPCM anti coronavirus, che prevede il divieto di coltivare orti privati distanti da casa

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Il DPCM 11 marzo 2020 e smi (decreto #IoRestoaCasa ) a seguito della pandemia mondiale del Coronavirus, ha giustamente emanato decreti atti a limitare la diffusione del virus e di conseguenza la limitazione della libertà di movimento.
Il documento prevede il divieto di “conduzione hobbistica di orti, vigneti e ortofrutticole in genere, in attualità di coltura e per interventi agronomici non rinviabili”.

orti

PRECISAZIONE UFFICIALE

La precisazione ufficiale ricorda alla popolazione tenuta a rispettare l’isolamento sociale per contenere l’epidemia di coronavirus che, anche se nell’ultimo decreto governativo contro l’emergenza “tra le attività ammesse sono previste le coltivazioni agricole e la produzione di prodotti animali”, questo deve intendersi solo per chi lavora nel settore agricolo e ne trae reddito.

La possibilità di fare attività (che comportino spostamenti e contatti) negli orti è limitata “all’ambito della filiera della coltivazione e della produzione agricola, prettamente alimentare e di carattere imprenditoriale”. Solo per questa tipologia è ammessa “la commercializzazione presso le rivendite autorizzate o presso il domicilio di prodotti con consegna ai titolari, famigliari, coadiuvanti e dipendenti, nel puntuale rispetto delle norme sanitarie volte al contenimento della propagazione del contagio”.

AUTOCONSUMO FAMILIARE

L’autoconsumo famigliare, invece, non può essere motivo di spostamenti. Per chi ha l’orto o il frutteto valgono le stesse disposizioni generali per tutta la popolazione: “Restare a casa e non svolgere le attività agricole all’aperto, fatto salvo quelle come i trattamenti fitosanitari, che, su indicazione delle autorità competenti, sono resi obbligatori per prevenire problematiche di ordine generale”.

SCONFORTO TRA GLI HOBBISTI

La lettera, pervenuta a RNL, da parte di un agricoltore non professionista, che racconta le difficoltà del momento.

“Lo sconforto tra gli hobbisti è forte, chiediamo a gran voce che venga data la possibilità della coltivazione di un orto o frutteto a tutte quelle persone che lo fanno solo per uso hobbistico e non sono dotate di partita iva, che lo hanno magari a poca distanza dalla propria abitazione principale, e che per loro è fonte di autosostentamento oltre che di benessere psico-fisico”. -sottolinea Salvo, un impiegato che si prende cura di un fazzoletto di terra distante da casa.

L’HOBBY DELLA COLTIVAZIONE RIENTRA NEL “SUPERFLUO”

“Con il grave problema che sta colpendo l’umanità, l’Italia si è fermata. Sia per presa di coscienza della popolazione sia per le restrizioni imposte dal nostro Governo. –continua-. Tutto ciò che viene ritenuto non di prima necessità è stato temporaneamente soppresso per evitare inutili contagi. Una categoria tra le tante, che rientra nel “superfluo” è quella di chi come me ha  l‘hobby della coltivazione degli ortaggi”.

I PROBLEMI SONO BEN ALTRI, MA…

“Capisco che al momento i problemi sono altri e di ben altro spessore. Però volendo riflettere, chi ha una parcella di terra in un orto urbano o una piccola proprietà poco distante da casa, -sottolinea- sicuramente non contribuisce ad espandere ulteriormente l’epidemia. Si uscirebbe da casa per andare a lavorare la propria terra in assoluta solitudine, al riparo da contagi e ben lontano dalle file dei negozi”.

MENO RISCHI NEL PROPRIO ORTO CHE AL SUPERMERCATO

“Per intenderci, si corrono meno rischi nell’andare a coltivare il proprio orto piuttosto che ad andare nei supermercati a comprare gli ortaggi. Perché  producendoli in prima persona, -sottolinea- si evitano assembramenti e possibili contagi nei negozi di frutta e verdura. Inoltre le famiglie continuerebbero a mangiare prodotti genuini”.

UN INVITO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA, NELLO MUSUMECI

“A supporto di quanto sostengo è già intervenuto il Presidente della Regione Sardegna. Quest’ultimo, valutando attentamente la questione, si è assunto la responsabilità di autorizzare gli “Hobbisti” della coltivazione a continuare le proprie produzioni di ortaggi. Di conseguenza, auspichiamo che anche il nostro Presidente della Regione trovi qualche minuto per autorizzare i siciliani a proseguire nel lavoro non professionale in campagna. Perché, ripeto, coltivare i propri ortaggi ci evita di andare nei negozi ad acquistarli”.

“L’Italia che coltiva in maniera non professionale si è comunque attivata, promuovendo una petizione online all’indirizzo https://www.change.org/p/presidente-del-consiglio-coltivazione-orti-privati-durante-il-coronavirus. Ad oggi sono state raccolte più di 3.000 firme e speriamo di arrivare prima possibile al traguardo”.

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