In Sicilia pochi controlli per chi rientra, e molte falle nella Sanità

Una delle conseguenze della chiusura delle scuole e delle università, sarà il ritorno in Sicilia di tanti studenti e lavoratori

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Dopo la chiusura di scuole e università, migliaia di studenti e lavoratori stanno approfittando per tornare in Sicilia dal Nord. Gli aeroporti di Catania e Palermo stanno incrementando i controlli a tappeto con i termoscanner, ma lo stesso non si può dire per chi sceglie altri mezzi per rientrare a casa, e arriva in nave, treno e pullman.

ARRIVO IN NAVE

Per chi sceglie di rientrare via mare, negli sbarchi non ci sono check point. Nei porti i controlli vengono fatti solo se ci sono segnalazioni da parte dell’equipaggio per qualche passeggero con febbre alta a bordo.

ARRIVI IN TRENO

Per quanto riguarda il treno, al momento non viene controllato nessun passeggero: nè a Villa San Giovanni, nè a Messina, a Palermo o a Catania. Nonostante il fatto che in questo periodo ci saranno sicuramente molti studenti o lavoratori che, considerato il prezzo non indifferente dei voli, sceglieranno proprio il treno per tornare in Sicilia, a casa.

Per gli arrivi in Sicilia con nave, treno e pullman, in Sicilia non si parla di termoscanner

ARRIVI IN PULLMAN

Sicuramente ce ne saranno tanti altri che opteranno per rientrare in pullman. A conti fatti è il mezzo più economico, seppure non il più comodo. Non si hanno notizie di controlli per questi viaggiatori low cost. Non se ne parla, il problema viene ignorato, ed anche questa è una vistosa falla.

MANCANO POSTI LETTO

A proposito di falle, forse la più pericolosa è la penuria di posti letto in Sicilia. Come scrive Repubblica, attualmente nell’isola ci sono 17 reparti di Malattie infettive, con un totale di 247 posti letto. Quelli a “pressione negativa”, preferibili per il trattamento della Covid-19 perchè garantiscono l’isolamento, sono solo 58. Ce ne sono 11 nella Sicilia occidentale, e 47 nella Sicilia orientale.

TERAPIA INTENSIVA

Ma anche per le eventuali Terapie intensive in Sicilia ci possono essere problemi. Il 10 per cento dei pazienti con coronavirus hanno bisogno di essere intubati e ventilati artificialmente. In Sicilia sulla carta ci sono 40 reparti e 430 posti letto, ma in realtà attivi ce ne sono solo 362. Di questi, appena 21 sono dedicati alle Terapie intensive per il Covid-19, divisi tra il Civico di Palermo, e i Policlinici di Catania e Messina. Inoltre non tutti gli operatori sanitari hanno avuto gli approvvigionamenti previsti dalla maxi-fornitura di 30.000 mascherine sanitarie predisposta dalla Regione. Insomma, si deve constatare in Sicilia siamo un po’ disarmati per affrontare il coronavirus.


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