Il Palermo sbrana i lupi e va in maglia rosa. Le pagelle

Il Palermo sbanca il Rende grazie ad un rigore di Ricciardo e tiene a distanza le inseguitrici

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A Castrovillari il tempo pare essersi fermato. Le immagini che inquadrano niente meno che la mascotte di Italia ‘90 fanno ipotizzare che i rosa possano schierare Biffi al centro della difesa, Musella al centro dell’attacco e Favo a centrocampo. Nessuna sorpresa di formazione, invece. Gli undici iniziali sono quelli ampiamente previsti e anche la staffetta Kraja-Langella è ampiamente prevista. 

Finalmente la maglia rosa

FINALMENTE IN ROSA!

A sorpresa, sotto la maglia nera, spunta – finalmente – la maglia rosa. E chissenefrega se il rosa è antico o shocking: torniamo quelli con la maglia più bella del mondo. Maglia rosa, come i primi in classifica del giro d’Italia, nel giorno in cui diventiamo campioni d’inverno.

UN PRIMO TEMPO SCOPPIETTANTE

Il primo tempo è entusiasmante come un torneo di bocce fra novantenni. È il Castrovillari a fare la partita, del Palermo nessuna traccia. Incapace di mettere tre passaggi di fila, rischia addirittura lo svantaggio e non trova mai lo spunto per impensierire il portiere dei lupi. All’improvviso un batti e ribatti studiatissimo in allenamento ed una spizzata di Ricciardo verso il nulla cosmico, mettono nelle condizioni Felici di uccellare il centrale dei calabresi e conquistare un rigore. Ricciardo gol, sobria esultanza verso il settore ospiti e poco altro fino alla fine della prima frazione.

UN SECONDO TEMPO APPASSIONANTE

ll secondo tempo riesce nell’impresa di essere molto più noioso del primo. Solo qualche spunto di Ficarrotta e Felici ricorda a chi ancora non si è addormentato che si sta giocando una partita di pallone e non un documentario sulla riproduzione degli armadilli. La cosa più bella del match? Il fischio finale del Sig.Rinaldi di Bassano del Grappa che certifica i tre punti in favore del Palermo. Che poi è l’unica cosa che conta. A voi le pagelle di Castrovillari-Palermo.

LE PAGELLE

Pelagotti 6. Nel primo tempo attento al Castrovillari, nel secondo all’orologio. Dalle sue parti non si vede quasi mai nessuno. Annoiato.

Doda 6,5. Un muro, gioca da veterano una partita attentissima in fase difensiva.

Accardi 6. Non è il suo ruolo e non si sgancia mai. In compenso copre dignitosamente le avanzate calabresi.

Peretti 6,5. Alla seconda da titolare, non perde mai La Ragione. Nel senso dell’avversario, Domenico La Ragione. 

Crivello 7,5. Leader rosa per qualità e quantità. Sempre a testa alta, alterna preziosismi ad arrunzate necessarie.

Kraja 5,5. Non incide praticamente mai. Come potrebbe in un centrocampo costantemente scavalcato?

Dal 65º Langella 6. Non è Tullio De Piscopo, ma produce qualche buona percussione.

Martin 5,5. Con l’uomo addosso è più mediano che regista. Si vede solo in interdizione e non riesce a creare alcuna trama utile. Basta davvero così poco per annullare il francese?

Martinelli 5.5. Anche lui vittima del black-out della mediana, si vede a sprazzi.

Dal 86º Mauri s.v.

Felici 7. “Felilicic” conquista il rigore da tre punti, prova sempre a saltare l’uomo (a volte anche eccedendo) ed è l’unico rosanero che impensierisce la difesa del Castrovillari. A conti fatti, 9 punti su 12 nelle ultime quattro gare li porta lui.

Ficarrotta 6. Un po’ a destra, un po’ a sinistra, un po’ sulla trequarti. Non demerita ma non eccelle. Deve mettere a disposizione della squadra le doti tecniche che gli ha gentilmente offerto madre natura.

Dal 82º Ambro s.v.

Ricciardo 5,5. Mezzo voto in più perchè si prende la responsabilità di un rigore pesantissimo. Un altro mezzo perchè torna al gol dopo una quaresima lunghissima. Per il resto, è un attaccante da area di rigore che gioca anni luce di distanza dall’area di rigore. Ok il sacrificio, va bene che nessuno mette palloni interessanti… ma vederlo rinculare nella propria area di rigore su una rimessa laterale avversaria pare eccessivo.

Pergolizzi 6. Sostanzialmente non crea e non distrugge. Mette l’undici più logico che può e dopo un quarto d’ora capisce che non funziona la genialata di tenere invertiti Felici e Ficarrotta. Al 65°, preciso come un orologio svizzero, cambia Kraja con Langella e non dà mai l’impressione di voler dare una svolta alla partita. Quando si vince è tutto bellissimo, ma la sensazione è che questo sia il massimo che possa riuscire a produrre questa squadra. Occhi aperti, mi raccomando. Intanto, noi torniamo a sognare Italia ’90, Gullit, Van Basten, Musella, Favo, Biffi.

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