Melissa Catanzaro: “Fu quel pazzu di Vicè a contagiarmi”

Continua la rubrica amarcord di Mario Oddo. Questa settimana a raccontare la sua prima volta allo stadio è Melissa, leader del gruppo Rosanero Girls

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Il piacere di partecipare a questa rubrica oggi mi viene cortesemente riservato da Melissa Catanzaro, notissima e battagliera rosanero girl, che entra subito nel vivo del racconto: La mia prima volta allo stadio fu nel 1974 quando avevo appena 3 anni. Ovviamente non posso ricordare quale partita si giocava, la formazione e il risultato. Ma solo i nomi di Pighin e Majo perché hanno continuato a vestire la maglia rosa nero per diversi anni ancora. E poi, essendo amici di mio padre, li vedevo spesso anche fuori dal campo.

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Melissa Catanzaro, leader del gruppo Rosanero Girls

Allo stadio andavo con i miei genitori in tribuna e ogni tanto in curva dove mi divertivo da matti perché cantavo a squarciagola tutti i cori. È stato mio padre, tifosissimo anche lui, che mi ha trasmesso questa grande passione. Mi portava anche in trasferta in quanto nel nostro quartiere di Villa Tasca organizzava i pullman per seguire anche fuori casa il Palermo. Compito adesso passato a me.

TIFOSO FOCOSO E TIFOSI FOCOSI

Non c’è tifoso o tifosa rosa nero che in quegli anni non abbia avuto l’onore e il piacere di conoscere e vedere all’opera, fuori e dentro lo stadio de La Favorita, il mitico capotifoso, Vicè ‘u pazzu (all’anagrafe Vincenzo Di Miceli):  È stato lui – precisa – a trasmettermi l’appartenenza. Con la grinta e la passione che metteva in ogni partita. Per non parlare delle sue urla sul pullman mentre eravamo in viaggio verso Catanzaro, Cava dei Tirreni, Catania… dove trovavamo sempre un’accoglienza, diciamo, poco gradevole. Una volta a Catanzaro diedero fuoco, da sotto, al settore ospiti. Mio padre mi prese in braccio e scappammo via velocemente. In un’altra occasione, a Catania, tutti i pullman furono danneggiati. Tranne il nostro. Ma solo perché c’erano donne e bambini e quando ci videro misero da parte bottiglie e sassi. Ricordi iniziali indimenticabili per una bambina”.

Vicè u pazzu

SENZA FIATO PER IL PALERMO

“Certe volte mio padre voleva lasciarmi a casa, aveva paura. Ma io non ci stavo. Uscivo in balcone e urlavo come una matta mentre lui saliva in macchina. E allora si arrendeva e mi faceva scendere. Nello scendere velocemente le scale, per paura che lui andasse via, caddi rimanendo senza respiro per 10 secondi. Quel giorno ho creduto che fosse arrivata la fine. Ero sola e nessuno mi sentiva. Quando ripresi fiato mi alzai e, piena di dolori, corsi in macchina da mio padre. Non gli dissi nulla per non farlo arrabbiare. Avevo troppa paura che mi ordinasse di risalire a casa”.

IN CIMA ALLA LISTA CHIMENTI IL “CICLISTA”

Tante le serate organizzate con i giocatori – ricorda Melissa a testimonianza di un legame suo e del suo Gruppo, che trovava forme di continuità anche lontano dallo stadio – con i campioni dell’era Zamparini. Da Miccoli a Cavani, da Pastore ad  Amauri: bellissimi ricordi. “Il giocatore che più mi è rimasto nel cuore – racconta – è un grande amico di famiglia: Vito Chimenti.  Da piccola ero incantata dal suo famoso gesto tecnico passato nelle pagine della storia rosanero come bicicletta (in bella vista nel disegno di Cassandra tratto dalla pubblicazione “Breve storia del grande Palermo” che pubblichiamo per gentile concessione degli autori Roberto Gueli e Roberto Ginex, ndr).

vito chimenti
Disegno di Cassandra tratto dalla pubblicazione “Breve storia del grande Palermo”, ediz. Tascabili Newton

Poi, senza alcun dubbio, Fabrizio Miccoli che mi ha fatta sognare con i suoi gol.  Potrei fare tanti altri nomi ma faremmo notte. Con gli anni la passione aumentò e nel 2005 creai il Gruppo RosaneroGirls. Il mio intento era quello di portare tante donne allo stadio. Fu subito un grande successo, tantissimi iscritti e tante donne si avvicinarono al Palermo stimolate dal gruppo posizionato in Curva Nord superiore, proprio accanto agli Angeli della Nord.

CONCLUSIONE

Adesso – osserva Melissa andando ai giorni nostri – grazie al presidente Dario Mirri si è avviata una rinascita societaria.  Io e il mio Gruppo, insieme a quello della Nord 12, vogliamo contribuire a far ritornare il Palermo nelle categorie più alte, lì dove merita di militare. Sperando – auspica – che tutti i palermitani, quelli veri, ci diano una mano. Perché questa squadra è patrimonio della città e tutti siamo in dovere di sostenerla e seguirla. Per poter gridare ai nostri ragazzi in maglia rosanero – conclude – ancora più forte non giocherete mai da soli fin quando batteranno i nostri cuori.

Melissa Catanzaro, un bell’esempio di amore e fedeltà verso i colori rosanero, alla guida di tantissime e appassionatissime RosaneroGirls, è costantemente impegnata in varie iniziative aggregative all’interno e lontano dallo stadio. Inesauribile, infaticabile, mai stanca. In una delle prossime trasferte che organizzerà, con tifosi al seguito, non dico che si metterà pure alla guida del pullman ma poco ci manca…

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