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Caro 29 maggio, scusa il ritardo ma…

Per i tifosi del Palermo il 29 maggio non è una data come le altre. È il giorno che si attende tutto l’anno per dire “io c’ero!”. Perché ci sarà sicuramente un dio dispettoso che gioca a dadi col calendario e si diverte ad incastrare certi avvenimenti proprio come dentro un puzzle. Non può essere diversamente.

Un puzzle composto da due figure, lato A e lato B, come nei vinili. Da una parte l’immagine festante della sera della promozione in serie A del 2004 e dall’altra quella triste della finale di Coppa Italia del 2011. Un ricordo dolce ed uno amaro. Proprio come il rosa ed il nero, a testimoniare che anche nell’abbinamento cromatico del Palermo ci ha indiscutibilmente messo lo zampino quel dio dispettoso di cui sopra.

Il 29 maggio per un tifoso del Palermo è l’alfa e l’omega, è l’inizio e la fine. Triestina ed Inter a braccetto come fossero vecchie comari ci hanno accompagnato prima in paradiso per poi aprirci le porte dell’inferno. Veniamo inondati da uno tsunami di ricordi che inevitabilmente ci porta a fare i conti con le nostre emozioni. Fortunatamente vincono sempre loro.

Il 29 maggio di ogni anno, Facebook è un brulicare di ricordi. Applicazione aperta e subito vedo il corteo di auto in via Libertà con la gente fuori dal finestrino a sventolare le bandiere rosanero. Scrollo e Zuckerberg mi regala Piazza di Spagna, a Roma, completamente dipinta di rosanero. Ho i brividi, vorrei chiuderla qui.

Il 29 maggio di ogni anno mi riprometto di saltarli tutti questi post, ma non ce la faccio. L’indice che muove la rotellina del mouse diventa il mio nemico preferito. Ecco, ci risiamo: qualcuno pubblica foto di abbracci di gente festante davanti al Politeama, un colpo al cuore ancora più grande in tempi di distanziamento sociale. Altri caricano il video del pre-partita dell’Olimpico con la sciarpata più bella del mondo.

Era il 29 maggio. Lo so, ne hanno già scritto in tanti ed arrivo in ritardo. Me ne scuso, ma ho finito di piangere solo adesso.