Franco Porzio, titolare di una delle parruccherie storiche di Palermo non ci sta, e per questo, facendosi portavoce di tutti gli operatori del settore dichiara.”Che si sappia, scavalcato il ponte della festa dei lavoratori, assieme ai miei dipendenti lunedì 4 maggio riapriremo il salone di via Perpignano. Costi quel che costi. Il mio non è certo un invito alla disubbidienza, bensì la volontà di fare sentire la voce di un settore, quello dei barbieri, delle parruccherie e dei centri di estetica che non possono continuare a stare chiusi. Con le dovute precauzioni, ci mancherebbe, ma devono permetterci di riprendere le nostre attività lavorative. D’altronde -continua Franco Porzio durante la diretta di Palermo Live -, a fronte della chiusura dell’attività, ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna garanzia, nessun sostegno. Neanche l’Inps è riuscita ad assicurare la copertura della cassa integrazione per permettere agli stessi impiegati di vivere il periodo di quarantena in maniera un tantino più serena.”
Ci sono momenti della diretta in cui, in maniera chiara si evince l’amarezza di Franco, che, nonostante la situazione difficile riesce comunque a trovare spazio per l’ironia.“Il Governo ha permesso che fossero riaperte le librerie. Ne ho approfittato per acquistare un libro molto interessante dal titolo “Come vivere senza un soldo di Giuseppe Conte”. La mia non vuole essere una provocazione – precisa Franco Porzio -, quanto una vera e propria volontà di invitare i nostri politici a mettersi per un attimo nei panni di chi vive pagando tasse grazie al sudore del proprio lavoro. Non abbiamo stipendi fissi come gli impiegati statali, che continuano ad essere garantiti anche in situazioni di emergenza come queste. Nel nostro caso, se non si lavora non si porta a casa nulla. Con l’aggravio di quelle spese fisse che comunque continuano a correre e che devono essere onorate.”
E a chi, tra gli ascoltatori della diretta di Palermo Live, lo punzecchia ricordandogli che in un salone estetico o una parruccheria non sarebbe comunque assicurata la corretta distanza di sicurezza, Franco Porzio risponde.“Con i giusti dispositivi, mascherine, guanti, sanificazione degli ambienti, sterilizzazione degli strumenti di lavoro i rischi non sono maggiori di quando si entra nei supermecati. Anzi. Nel nostro caso poi, potendo disporre di un salone ampio, potremmo distanziare le poltrone, anche se l’intenzione è di non fare entrare più di una due persone alla volta. Insomma – conclude Franco Porzio -, essendo del settore prenderemmo tutte quelle precauzioni che ci permettano di preservare la salute degli avventori in primis oltre che di noi stessi”.
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