Anche l’Italia adesso si è decisa a tentare la strada dell’analisi dei dati per cercare di contenere l’epidemia. Così ha lanciato un appello alle sue aziende, università e centri di ricerca per sviluppare una tecnologia in grado di farlo. Il bando «Innova per l’Italia», promosso dai ministeri dell’Innovazione, Sviluppo economico e Università e ricerca, secondo quanto riferito dalla ministra all’Innovazione Paola Pisano, solo nel primo giorno ha raccolto 270 proposte.
Non si tratta di trovare un software “obbligatorio” per tutti i cittadini. Piuttosto un’app per smartphone a cui sarebbe volontario registrarsi, come per altro nel già collaudato e tanto lodato modello sudcoreano. L’equilibrio, d’altronde, è tutto tra il diritto alla salute e alla privacy. Per questo nell’iniziativa del governo è stato coinvolto anche il garante per la Privacy, Antonello Soro.
Tra i nodi da risolvere non c’è però solo la protezione dei dati personali, ma anche il fattore tempo: il bando si chiude oggi alle 13 e tra i requisiti chiesti ai candidati c’è quello di proporre soluzioni già pronte e implementabili in tempi «estremamente brevi ». Si tratta comunque una corsa contro il tempo, tanto che i funzionari hanno subito cominciato a vagliare le proposte man mano che sono pervenute.
Tre le aziende candidate c’è la Vetrya, di Orvieto, che ha studiato una tecnologia che tiene traccia non tanto degli spostamenti delle persone quanto dei contatti con eventuali contagiati. E che non dipende dagli operatori di telecomunicazioni. Nel caso venissero scelti, sono pronti a donarla a titolo gratuito. Lo spiega il presidente e amministratore delegato, Luca Tomassini: «Siamo partiti dai modelli di Cina, Hong Kong e Lombardia, che prevedono il tracciamento attraverso le celle telefoniche, e li abbiamo perfezionati».
L’app della Vetrya prevede che ci si registri con i propri dati personali, in modo che il Sistema sanitario nazionale possa tenere traccia dei positivi e ricostruire la catena delle persone da questi incontrate. «Se un malato entra in contatto con un altro utente, questa informazione verrà memorizzata dal Ssn. Mentre alla persona a rischio verrà notificato un invito a sottoporsi a tampone», ha spiegato Tomassini.
Agli anziani, spesso sprovvisti di smartphone, Vetrya ha pensato di fornire invece un braccialetto con l’app già installata. «L’importante è che i dati vengano gestiti dal governo e che non escano dai confini nazionali», prosegue l’ad, secondo cui la gestione della piattaforma di raccolta dati dovrebbe essere affidata a Sogei, controllata del ministero dell’Economia. Non resta che attendere l’esito della gara: «Noi siamo pronti, aspettiamo solo il governo».
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