Dunque, ricapitoliamo: il Palermo ha vinto, il Savoia ha soltanto pareggiato in casa e il vantaggio dei rosanero in classifica è salito a cinque punti. Ci sarebbe da esultare su tutta la linea. Però, chiamatemi pure nemico della contentezza, non chiedetemi di essere soddisfatto. È stata una vittoria di quelle che piacciono a Rosario Pergolizzi, col golletto che risolve tutto e caccia le streghe che hanno agitato l’ultima settimana, dopo l’incredibile pari col San Tommaso. Però, lo spettacolo è stato, anche stavolta discutibile, con una prestazione che ha sollevato più dubbi di quelli che ha sciolto.
Il Palermo ha mostrato voglia, intensità. Ma non sembra un’orchestra che esegue uno spartito, quanto un gruppo di solisti in una Jam session, dove ognuno fa il suo, contando che alla fine venga fuori qualcosa di orecchiabile. Ho sempre scritto che nel calcio agonistico, quel che conta è il risultato, ma non si può, ogni volta, aspettare che concedano un rigore per risolvere le grane a Pergolizzi e al Palermo. Quanti tiri in porta ha fatto il Palermo? Quante azioni degne di questo nome? Da questo punto di vista, il Roccella ha persino mostrato qualcosa in più pur nella sua intelligenza, che ne fa uno dei peggiori attacchi del girone.
Esagero? A prescindere dal fatto che ci fosse o meno il penalty per i rosanero, andiamo a rivedere le azioni dei due rigori, quello per il Palermo e l’altro, per il Roccella: il primo è stato frutto dell’ennesima iniziativa individuale, la sgroppata di un Floriano isolatissimo; l’altra il culmine di un’azione che ha liberato un uomo nell’area dei padroni di casa. Prevedibilità, lentezza e individualità. Sembrano queste le caratteristiche di un Palermo brutto e fortunato.
Così, scardinare le difese rocciose e organizzate, come quella del Roccella, diventa arduo e anche oggi il centravanti rosanero ha avuto pochi palloni per rendersi davvero pericoloso. E il Palermo ha anche corso il rischio del pareggio con un Roccella quart’ultimo e con soli dodici gol all’attivo. Ci ha pensato l’arbitro, dando ai rosa il rigore, discutibile, poi trasformato da Floriano e rivelatosi decisivo, quando già il pubblico del Barbera cominciava a rumoreggiare. Poi, il grande spavento per il penalty fallito dal Roccella e il solito Palermo a giocare di rimessa, fino al 95′, quando è arrivato il fischio finale al Barbera e la buona notizia del pari interno del Savoia. Va bene così, forse. Ma non chiedetemi di essere soddisfatto
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