Palermo, niente “carro dei vincitori”: pace fatta e dritti verso il traguardo

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Ancora una volta i botteghini e le rivendite di Palermo sono state presi d’assalto.Con i tifosi rosanero che, in poche ore, hanno raso al suolo la disponibilità di biglietti per la sfida di ritorno della semifinale playoff. Un entusiasmo che offre l’ennesima conferma, per l’esattezza la terza in ordine di tempo, dell’efficacia della cura Baldini, non solo sulla squadra, ma anche sui propri sostenitori. Questi ultimi presenti in massa, per quanto possibile, anche in trasferta.

Sono trascorse solamente due settimane dalla prima del Palermo in questi playoff al Barbera. Per quella partita, che si giocava di giovedì sera, risuona ancora l’incredulità di quanti credevano di potere acquistare un biglietto anche “all’ultimo minuto, tanto allo stadio chi ci deve andare?”. E invece, “manco fosse una finale”, il pubblico ha voluto da subito dare fiducia alla squadra che, pochi giorni prima, aveva espugnato Trieste. Fiducia che il team di Baldini ha ricambiato, a suon di gol e prestazioni maiuscole. E reagendo anche ai momenti di difficoltà nelle due partite casalinghe finora disputate.

PALERMO, NON IMPORTA PIU’ CHI HA RAGIONE E CHI HA TORTO

Ancora una volta, e ancor prima di conoscere il risultato di Salò, il Barbera ha segnato nuovamente un sold-out. Sugli spalti ci saranno nuovamente tutti, da chi ha creduto fin dall’inizio nel progetto, a chi invece allo stadio non è andato nemmeno il 16 marzo scorso, contro la Fidelis Andria, quando il biglietto costava quanto un caffè al bar. Senza, tuttavia, che nessuna delle due “categorie” di tifosi abbia meno diritto dell’altra a stare vicino alla propria squadra.

La vecchia storia del “carro dei vincitori”, su cui sale all’ultimo chi all’inizio si faceva gli affari suoi, pare infatti non reggere nel caso del Palermo. Si può ammettere infatti che da una parte c’è una società che ha commesso l’errore, col senno di poi, di trattenere troppo a lungo guide tecniche non adatte alla squadra; dall’altra tifosi e addetti ai lavori forse troppo “impazienti”, che hanno valutato forse troppo presto la dirigenza e il gruppo Palermo come inabili a conquistare traguardi importanti.

Ma come in ogni famiglia, si sa, si litiga e poi si fa la pace, dimenticando presto chi ha sbagliato o da che parte possa stare la ragione. Il tutto per un bene comune, che nella fattispecie si chiama Palermo. Aldilà di ogni altro carro, l’unico su cui importa salire, adesso, è quello della serie B.

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