Mafia, nell’operazione Resilienza 2 indagati i capi ultras Terrazzini e Giordano

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Cosa nostra e il controllo sugli ultras rosanero. E’ quando emerso dall’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dal Nucleo informativo denominata Resilienza 2. Dalle indagini dei militari, incentrate sul mandamento di Porta Nuova, è emerso uno stretto legame tra la mafia e gli ambienti della tifoseria organizzata palermitana.

Sono stati indagati due storici capi ultras palermitani, Sesto Terrazzini (leader del gruppo Warriors Ultras Palermo) e Johnny Giordano (capo del gruppo Brigate rosanero). Il primo è indagato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione; il secondo per concorso esterno in associazione mafiosa. Oltre a loro, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal procuratore aggiunto Salvo De Luca coinvolge altre 12 persone, di cui sono undici sono attualmente agli arresti domiciliari, uno in carcere e due sono obbligati alla presentazione alla polizia giudiziaria.

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IL TENTATIVO DI GIORDANO CON MIRRI

Secondo quanto emerge dal lavoro dei militari, Johnny Giordano avrebbe tentato, invano, di avviare dei contatti con la nuova proprietà del Palermo calcio per essere assunto attraverso un altro qualificatissimo esponente mafioso palermitano: Giuseppe Bellino, figlioccio del capomafia Nino Rotolo, vicinissimo al gruppo capeggiato da Gianni Nicchi. Giordano, infatti, è stato dipendente fino al 2018 dell’Us Città di Palermo con la carica di custode, anno in cui fu licenziato in concomitanza con il fallimento del club.

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