Palermo, il derby non basta. Servono conferme

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La vittoria in un derby ha sempre un sapore speciale, un valore particolare. Specialmente se, come nel caso del Palermo ieri sera a Catania, è arrivato in trasferta e con un uomo in meno. Serata da incorniciare, per i rosanero, con un protagonista d’eccellenza, Mario Alberto Santana, 40 anni a dicembre, che è diventato il primo giocatore del Palermo a segnare in quattro categorie diverse, dalla B, in cui fece l’esordio con questa maglia, alla A, dove tornò dopo un anno di prestito al Chievo Verona, fino alla Serie D, con la rinascita del club precipitato nell’inferno dei dilettanti, per guidare con la sua esperienza il ritorno su palcoscenici più prestigiosi. Doveva essere fondamentale per lo spogliatoio, è diventato decisivo in campo con il gol di Catania, in Serie C.

È stata una settimana tremenda per il Palermo, con due sconfitte consecutive che hanno deciso il destino di Roberto Boscaglia e ratificato il fallimento del progetto tecnico che gli era stato affidato. Panchina al suo ex vice, Filippi, per il debutto da allenatore titolare da fare tremare i polsi: derby in trasferta, con una squadra depressa e senza sette giocatori, tra infortuni e squalifiche. E, invece…

L’ex secondo ha fatto le scelte giuste, sul piano tattico, ha dato la giusta carica ai suoi uomini e, Santana e Crivello lo dimostrano, ha pure indovinato quando è arrivato il momento di cambiare. È stato un Palermo umile, battagliero, concreto nel momento in cui c’è stato da difendere con le unghie e con i denti quel gol di vantaggio. Al diavolo il bel gioco, quello che contavano erano i punti, la vittoria! Nel derby, poi, e in dieci contro undici. Senza contare che il successo sfumato nel finale, all’andata, quando i rosa si dovettero presentare con soli dodici giocatori causa covid, bruciava ancora. È stato grandissima la gioia di chi ha giocato e vinto, ma anche di chi ha assistito dalla tribuna del Massimino al successo dei compagni: una bella carica di entusiasmo che ci voleva, subito riversata sui social. Cosa volere di più?

Certamente, non è stata la partita perfetta. È arrivata la solita espulsione, con Marconi, la sesta del campionato per i rosanero, penultimi nella classifica del fair play del girone C (peggio sta facendo soltanto la Viterbese), e qualche giocatore non riesce a emergere dalla mediocrità. La vittoria, ancora più bella perché imprevedibile, dopo i due ko di fila e contro un avversario che, senza la penalizzazione avrebbe avuto nove punti in più del Palermo, riporta i rosanero al nono posto, con la Casertana, a quota 36.

Ma una rondine non fa primavera e i rosanero fin qui non sono mai riusciti a fare il salto di qualità necessario a dare corpo a sogni e ambizioni, restando nell’anonimato di metà classifica. C’è insomma da dare continuità ai risultati, un ritornello ormai trito e ritrito, un’aspirazione sempre sfumata. Insomma, questa vittoria per bella e prestigiosa che sia, da sola serve giusto per gli almanacchi e per la gloria di chi la conquistata, ma per il futuro in campionato servirebbe a poco.

Coi ritmi che il calendario impone in questa fase, non c’è tempo di godersi il successo. Già domenica prossima si torna in campo, per una partita per nulla banale. Al Barbera arriverà la Juve Stabia. I campani sono reduci dal ko interno col Bari, lottano per un posto nei playoff e devono vendicare la sconfitta dell’andata. C’è da temere l’impegno. Ma il Palermo deve temere soprattutto sé stesso, la propria discontinuità, la propria mancanza di convinzione, quando c’è stato da dare il colpo di acceleratore decisivo.

Anche Filippi è chiamato alla conferma. Una partita come il derby si prepara da sola e, seppur con le sue scelte di formazione abbia già dato una sua prima impronta alla squadra, con la Juve Stabia si vedrà qualcosa in più della sua idea di gioco, in discontinuità con la gestione, in senso complessivo, di Boscaglia. L’allenatore recupererà Saraniti e Almici, reduci da squalifica. L’attaccante sarà fondamentale per dare un po’ di respiro a Lucca, a secco ormai da tre partite, ma sempre generosissimo non soltanto là davanti, ma pure in fase di pressing e persino in difesa dove torna a dare una mano sulle azioni da calcio piazzato.

Non vogliamo parlare di svolta, perché sarebbe stantìo, ma fare risultato con la Juve Stabia dimostrerebbe che la squadra ci crede ancora in un traguardo che la formula dei playoff rende ancora possibile, contro ogni logica, e che non di una rondine sola si tratta, ma di un intero stormo: vorrebbe dire che la primavera è davvero arrivata, per questo Palermo.

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