Il Palermo ha vinto la prima sfida: battere lo scetticismo. Dove può arrivare questa squadra?

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Il Palermo vince e convince. E cancella le critiche, a squadra e società. Basta guardare i social, siti e bacheche di tifosi. Pagine che fino a un paio di settimane fa erano piene di commenti negativi, giudizi feroci sulle potenzialità della proprietà, ma anche sulla campagna acquisti estiva, sulla qualità dei singoli giocatori, sono via via sparite con il crescere del livello delle prestazioni e con l’arrivo dei risultati positivi. Il pari nel derby col Catania, con quella prestazioni eroica che ha consentito ai rosanero di mettere sotto gli etnei, ancora più del pari in nove contro undici a Catanzaro, ha fatto cambiare idea a molti tifosi.

È scoccata la scintilla che ha ravvivato la fiamma della passione, ridotta a una brace comunque sempre viva pur sotto le ceneri di una estate piena di dubbi per un mercato a puntate e piena di giocatori arrivati in prestito o comunque giovani e senza esperienza di serie C. Occorreva tempo, le risposte stanno arrivando. Aveva ragione Boscaglia, uno che è una garanzia, a questi livelli. Il tecnico ha dato una identità di gioco chiara e definita alla squadra, ma ha anche saputo creare uno spirito di gruppo molto forte ed evidente. E, a quanto pare, aveva ragione chi ha condotto la campagna acquisti.

La parsimonia è diventata una qualità, nella capacità di usare al meglio le risorse disponibili, portando i giocatori giusti per il tipo di gioco del tecnico. Sono proprio i nuovi, per lo più, a aver dato un grande contributo, a convincere i tifosi più scettici. Nei giorni scorsi abbiamo definito Saraniti una sorta di simbolo di questo Palermo cresciuto piano piano, vincendo lo scetticismo che lo circondava. Scarso, inadeguato, “sciarriato” col gol. Questo e altro si era letto su Andrea, che a suon di buone prestazioni, tutte cuore e sudore, e ora pure di gol, sta conquistando i tifosi, inedito profeta in patria. Ma anche Odjer, come Kanoute e Broh, Palazzi e Marconi, per non parlare di Rauti e Almici, stanno facendo crescere la squadra.

E mancano all’appello Luperini, già in gol, Somma, appiedato da infortuni e covid, mentre lo stesso Corrado sta mostrando sempre maggiore personalità, pur tra qualche errore. Insomma, non era tutto da buttare, no? Piano piano, anche la classifica si sta aggiustando e, rispetto a qualche settimana fa, anche le prospettive paiono diverse. Ma dove può arrivare questa squadra? È presto per dirlo ed è inutile fare pronostici, in un contesto così incerto come quello di quest’anno. I play off, comunque, sembrano alla portata di questa squadra, che mostra ancora molti difetti.

Non parliamo della tenuta fisica, che risente delle tante emergenze che hanno afflitto il gruppo di Boscaglia. Ma gli infortuni muscolari si ripetono, ultimo in ordine di tempo, quello a Palazzi, domenica. Però, questo Palermo, che parte sempre a mille, pare soffrire quando le forze scendono e il ritmo cala; prende sempre gol, anche evitabili, come con la Paganese, con un avversario in grado di battere una difesa schierata in area e, soprattutto, è poco cinica davanti. Ora le occasioni costruite sono tante, ma altrettante sono quelle sprecate.

A Castellammare e con la Paganese il Palermo non ha pagato dazio, ma col Catania e persino a Bisceglie, ha perso punti importanti. Incredibile quanti contropiede ha sciupato con la Paganese! Difetti curabili, per carità, col lavoro e la crescita di condizioni e di convinzione. La Ternana va a mille, ma i rosa hanno pareggiato al Liberati, persino con qualche rimpianto; va forte anche il Teramo, ma il Palermo che ha perso alla prima giornata era radicalmente diverso da quello di oggi, così come quello che ha perso con l’Avellino; la Turris è discontinua, come il Catanzaro che non è riuscito a battere un Palermo rimasto in nove e con un rigore inventato.

Il Catania continua a deludere, in attesa che Tacopina dia concretezza ai suoi proclami roboanti. Insomma, esaltarsi e volare con la fantasia è inutile e prematuro. Avere fiducia, sì. Il Palermo ha già vinto la prima sfida: riconquistare i tifosi che con la loro presenza allo stadio potrebbero fare la differenza. La loro spinta farebbe volare questo gruppo. Ma, purtroppo, la realtà del covid non lo consente. Allora non resta che tifare davanti al computer.


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