PALERMO, ITALY - NOVEMBER 28: Josip Ilicic of Palermo celebrates after scoring his team's second goal during the Serie A match between Palermo and Roma at Stadio Renzo Barbera on November 28, 2010 in Palermo, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
Che succede a Josip Ilicic? È il grande mistero che scuote il calcio post Covid, a Bergamo come a Palermo. Nonostante sia definitivamente esploso in nerazzurro, il legame con i colori rosanero e con il Barbera, coi tifosi palermitani, per lo sloveno non si è mai spezzato. Qualcosa, invece, si è rotto dentro il giocatore che dopo la ripresa del campionato dopo il lockdown non si è più ritrovato, fino a non essere convocato da Gasperini che rinuncerà a “Ciccio”, come lo chiamavano a Palermo, per la storica sfida al Psg nei quarti di finale di Champions League.
Cos’ha Ilicic? Non si sa, c’è riserbo assoluto. Probabilmente, il giocatore è vittima di un infortunio dell’anima non estraneo al trauma che Bergamo ha vissuto nei giorni più acuti della pandemia. Ma sono soltanto ipotesi. Plausibili, però. Ilicic è sempre stato un animo sensibile, nonostante ciò che può sembrare a una occhiata superficiale. Quel volto raramente mosso da un sorriso nasconde un turbine di emozioni che non sempre possono restare celate e, come un fiume carsico, ogni tanto devono emergere in superficie.
Come le lacrime in occasione di un gol al Palermo, con la maglia della Fiorentina. Ilicic è il volto più umano del calcio, quello che ha le sue fragilità, che non mette la gloria e i risultati davanti a tutto. Perché è una autentica beffa del destino che questa crisi sia capitata nel momento più alto della carriera di un giocatore fortissimo tecnicamente, ma piuttosto discontinuo, almeno fino al suo arrivo a Bergamo, con Gasperini. Ilicic ha sempre mostrato colpi fuori dal comune, già con la maglia rosanero, quei dribbling secchi, quel tiro da lontano; il lungagnone un po’ ingobbito, arrivato quasi per caso, fece innamorare il pubblico del Barbera che di giocatori forti e di campioni, negli ultimi anni, certamente, ne ha visti.
Silenzioso, come Pastore o come il Mudo Vazquez, ma con in più quasi una difficoltà, una ritrosia “esistenziale” al sorriso, sembrava seguire l’estro o un pensiero che non sempre seguiva il corpo, sul campo. Anche a Firenze, in maglia viola fu così, ma lì non scattò la scintilla con la tifoseria. A Bergamo è diventato un idolo, quasi al pari del “Papu” Gomez col quale sembrano completarsi anche quando si sfottono, via social, sulle rispettive passate esperienze con le maglie del Palermo e del Catania. Sì, perché Ilicic non ha dimenticato Palermo, nonostante la fama ormai internazionale conquistata con l’Atalanta dei miracoli, non ha scordato quegli applausi che i tifosi rosanero gli tributarono dopo una doppietta, sempre in maglia viola, alla sua ex squadra. Anche per questo, ha voluto a tutti costi tornare al Barbera, unico degli ex ancora in attività per partecipare, l’anno scorso alla partita tra il nuovo Palermo e le “Vecchie glorie rosanero”. Ora è in difficoltà e cerca di ritrovarsi come uomo, prima che come calciatore. E i tifosi del Palermo gli sono vicini, ancora una volta, con tantissimi messaggi sui social, qualunque sia il problema che lo tiene lontano dal calcio. Forza, Ilicic, dai “Ciccio”.
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