Come si vince la C? Motivazioni, qualità, forza: la ricetta di Perinetti

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Come si vince in Serie C? Serve seguire una serie di regole. A dirlo è Giorgio Perinetti, vero e proprio esperto in promozioni: in rosanero sono state ben tre, dagli anni Novanta in poi. L’ex direttore sportivo del Palermo dà la sua ricetta, e sottolinea che “serve una società stabile che ti consenta di programmare, e a livello tecnico una rosa in grado di far fronte a tutte le necessità”. Così Giorgio Perinetti alla Gazzetta dello sport, a cui spiega che “servono due giocatori per ruolo, così da avere sempre i ricambi giusti. Inoltre serve gente motivata e con una forza mentale notevole, in grado di reggere le pressioni di una piazza come Palermo. Provare a vincere è uno stimolo, dover vincere è una responsabilità”.

REVISIONE PROFONDA

L’ultimo torneo, seppure interrotto a marzo, è stato vinto dal Palermo a mani basse, o quasi. “Ma per primeggiare in C – avverte Perinetti – serve molto di più. Credo necessiti una revisione profonda della rosa, e lo dico anche guardando i valori tecnici di quelle formazioni che stanno disputando adesso i playoff. Venezia o Parma sono riuscite nell’impresa di fare il doppio salto, ma tante altre squadre hanno impiegato 5 o 6 anni prima di centrare l’obiettivo Serie B”.

“UNO COME DOMIZZI”

“A Venezia – prosegue l’ex direttore sportivo del Palermo – abbiamo costruito subito una squadra quasi da B, tant’è che l’anno dopo abbiamo disputato i playoff cambiando pochissimo rispetto alla C. Se si trova il giocatore carismatico, che fa la differenza, disposto a scendere di categoria sposando il progetto con entusiasmo, perché no. A Venezia avevamo Domizzi in difesa, reduce da tanti anni di A: per noi fu determinante in ogni senso”.

MERCATO IN DIVENIRE

Mercato in primo piano, dunque. Una serie di trattative che, ancora, in casa Palermo devono ancora entrare nel vivo. “Prevedo un mercato – prosegue Perinetti – tutto da interpretare. Vedremo se l’emergenza coronavirus produrrà un ridimensionamento. Il Palermo ha un notevole vantaggio di tempo, la società è nuova e credibile. Una volta scelto l’allenatore, assieme al tecnico, i dirigenti potranno dedicarsi alla costruzione della squadra. Castagnini conosce bene la categoria, sono sicuro che il Palermo si farà trovare pronto”.

Da parte dell’esperto dirigente romano, anche due parole sui contrasti societari: “La diatriba tra Mirri e Di Piazza può portare scompensi alla squadra? Non conosco la vicenda nel dettaglio. In linea generale posso dire che è importante trovare i giusti equilibri. Chi ha la maggioranza – dice – determina le scelte, ma il 40 per cento è una quota importante. Scompensi? Non credo, prevarrà il buonsenso nell’interesse di tutti“.

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