Palermo e le tifoserie italiane unite: “Stop al calcio, o lo ucciderete”

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C’è anche Palermo – con le “firme” di Curva Nord 12 e Curva sud – nella lunghissima lista di tifoserie italiane che hanno stilato un documento di protesta contro la immediata “riapertura” del calcio italiano. Dalla serie A alle serie dilettantistiche, il pensiero è comune: con l’Europa in sofferenza per l’emergenza coronavirus, far ripartire il calcio rappresenterebbe solo e soltanto un’operazione finalizzata a soddisfare determinati interessi economici. Ecco il documento:

ERRORI DI GESTIONE

“L’Europa è nella morsa del Coronavirus. I governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti. Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo. Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obiettivo: RIPARTIRE. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare”: I TIFOSI. Ci è più che lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana. Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mal gestione degli ultimi decenni. Mal gestione che abbiamo sempre messo in evidenza con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo” è lo scritto condiviso da più di 180 tra Curve e Gruppi italiani, dalla Serie A arrivando alle categorie regionali. In più lo stesso è stato sottoscritto da più di 86 Curve tra Spagna, Germania, Francia, Austria, Portogallo, Belgio, Bulgaria, Romania e Bosnia Erzegovina. 

IL COMUNICATO DELLE CURVE

“Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport; dove le PAY-TV tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: LA MORTE DEL CALCIO STESSO”. 

“Teniamo a sottolineare – prosegue il comunicato – che se gli Ultras avessero una minima intenzione di lucrare su quella che è la propria passione, come abbiamo potuto leggere dai media in questi giorni, spingeremmo per una ripartenza dei campionati anziché lottare affinché questo non avvenga, andando contro tutto il sistema calcio ed a chi lavora per esso, scrivendo assurdità di ogni tipo. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per far in modo che questo torni ad essere UNO SPORT POPOLARE”.

 

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