Edy Tamaio: “Fase 2? Serve più coraggio”

Il turismo rappresenta il 15% del PIL regionale e rischiamo il default del brand Sicilia. Necessario velocizzare l’iter per i pagamenti della cassa integrazione. L'esclusiva ad Edy Tamaio, deputato all’ARS di Italia Viva

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Le recenti misure annunciate per la cosiddetta fase 2 dal premier Giuseppe Conte non sono state accolte favorevolmente da alcune categorie di imprenditori. Nella giornata di ieri a Mondello è stata inscenata una civile protesta dagli esercenti della borgata marinara palermitana. La manifestazione ha trovato consenso da parte dell’onorevole Edy Tamaio deputato all’ARS di Italia Viva. Raggiunto telefonicamente, il politico palermitano si è detto “deluso dai provvedimenti del Governo nazionale che non ha dato ad alcuni settori la possibilità di riaprire le attività lavorative. Con riferimento agli operatori turistici ed ai ristoratori che in Sicilia costituiscono il 15% del PIL della intera regione oltre alle tante attività di commercio al dettaglio ed alcune categorie di artigiani che dovranno aspettare la metà del mese di maggio, senza dimenticare lo sport che non è solo svago ed agonismo ma muove un indotto lavorativo non indifferente”.

Tamajo fase 2
Edy Tamajo

SICILIA CON MENO CONTAGI IN ITALIA

I cittadini siciliani hanno sino ad ora rispettato il rigido lockdown imposto dal Governo regionale e le ulteriori restrizioni determinate dalle ordinanze regionali: “La Sicilia – ha spiegato Tamaio – ha l’indice di contagio più basso in termini percentuali a livello nazionale e proprio per questo avrei avuto più coraggio. Sarebbe stato auspicabile – ha continuato – che in questa fase 2 si fosse data più autonomia alle regioni che durante la fase 1 si sono mosse tra loro in maniera diversa”.

Come può la politica siciliana intervenire in favore delle categorie escluse dalla prima riapertura?

“In questo periodo non esiste all’ARS – ha spiegato il deputato – la maggioranza e l’opposizione ma un fronte comune di chi ha a cuore l’economia siciliana. Il nostro unico partito deve chiamarsi Sicilia ed in tal senso ci stiamo muovendo collaborando con il Governo. Chiederò al presidente Musumeci di verificare se si può emettere una ordinanza meno restrittiva in deroga al dpcm nazionale, nel pieno rispetto delle regole di sicurezza sanitaria. A tal fine quello che si dovrebbe fare da subito è attivare un tavolo di confronto a livello regionale con il comitato tecnico scientifico perché di proposte di soluzioni per fare osservare il distanziamento sociale. A tal proposito ne ho sentite di varie e più disparate per la maggior parte improponibili”.

La nostra regione ha bisogno di ripartire, ma lo Stato ha messo in campo svariati ammortizzatori sociali per chi è rimasto a casa. Il deputato ha voluto sottolineare come queste misure della fase 2 non soddisfino la vasta platea dei lavoratori. “Ho chiesto al Governo uno sforzo supplementare per l’emanazione dei decreti relativi alla cassa integrazione in deroga. Trentamila lavoratori sono ancora in attesa del sussidio e inoltre è necessario pensare ai tanti lavoratori stagionali che col perdurare delle chiusure e con la sicura crisi del settore ristorativo e turistico non potranno tornare presto al lavoro. E’ importante – ha concluso Tamaio – mettere in campo azioni di rilancio del brand Sicilia che rischia il default. Ogni giorno che passa è una notevole perdita economica per la nostra regione con effetti devastanti anche per il futuro. Io non mollerò di un centimetro nel’essere da stimolo al Governo affinché nessuno debba rimanere indietro”.

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