De Luca non vuole ringraziamenti dagli Sparacio: «La mafia mi fa schifo»

Nei giorni scorsi a Messina, in barba alle vigenti disposizioni, c'è stato il funerale di Rosario Sparacio, fratello di un boss poi pentitosi

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Nel primo pomeriggio dell’11 aprile a Messina si è celebrato il funerale di Rosario Sparacio, fratello di Luigi Sparacio ex capo di Cosa Nostra a Messina, con legami con i clan di Catania e di Palermo, e poi divenuto collaboratore di giustizia. A quanto pare c’è stata una cerimonia funebre in chiesa, seguita dall’accompagnamento della salma al Cimitero Monumentale di Messina. Sembrerebbe addirittura che il corteo sia stato scortato da alcuni giovani in scooter e da qualche auto. In tanti si sono chiesti come ciò sia stato possibile. In spregio alle vigenti disposizioni di legge, in pieno centro, e non siano stati effettuati invece i dovuti controlli.

I RINGRAZIAMENTI DELLA FAMIGLIA SPARACIO

Il sindaco di Messina, interpellato in proposito qualche giorno dopo, aveva detto che “non c’era stato alcun funerale, al momento vietato, ma un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri. In modo estemporaneo, si sono uniti alcuni familiari del defunto. Ma uno dei familiari di Rosario Sparacio ieri su Facebook ha ringraziato il primo cittadino scrivendo: “Condividiamo, perché anche il sindaco ha dato ragione alla mia famiglia! Grazie Cateno De Luca, hai le palle, non perché hai dato ragione ma perché sei coerente e onesto in tutto e per tutto!”.

LA RISPOSTA DI DE LUCA

In serata è arrivata la risposta di Cateno De Luca: “Non voglio essere ringraziato dalla famiglia Sparacio per una vicenda che ho appreso dalla stampa e che ho avuto modo di approfondire con l’ufficio di gabinetto del questore di Messina con particolari che non posso svelare”. Poi ha proseguito precisando: “Sono stato sempre lontano dagli ambienti mafiosi e ho sempre combattuto ogni forma di mafia. Se avessi avuto contezza di questa vicenda avrei agito prontamente come sono solito fare. La mafia mi ha sempre fatto schifo come ogni qualsiasi forma di sopruso. Non intendo alimentare gli ipocriti professionisti della finta antimafia”.


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