Cinema Ko causa Covid-19: a Palermo idee per salvaguardare la settima arte

Chi, con la fine dell'emergenza da coronavirus si arrischierà a cuor leggero di ripopolare i cinema? A Palermo ideato un protocollo per ripartire

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Sono tanti, in tempo di coronavirus, i settori lavorativi che lanciano disperati segnali di allarme. Tra questi, in primis, proprio per come è concepita la sala in cui si può godere delle mirabile della settima arte, il cinema. L’amato cinema che, a meno di scoprire un vaccino, o una cura farmaologica che curi il Covid-19 come fosse una varicella qualsiasi, di tempo per ritornare in auge ne ha eccome. Ecco perchè, anche il settore audiovisivo si mobilita in vista degli allentamenti delle restrizioni previste dal decreto del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid19.

Il Cinema uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria da Covid-19. A Palermo ideato un protocollo di ripresa

UN SETTORE PERICOLOSAMENTE BLOCCATO

A causa del lockdown la produzione cinematografica nazionale e internazionale è quasi del tutto bloccata. Le conseguenze economiche per aziende e dipendenti non sono peSanti, di più, tanto di più. Perchè, come se non bastasse, notevoli sono le difficoltà di approvigionamento di contenuti da parte dei grandi player. Per consentire a questi lavoratori di tornare sul set e all’industria cinematografica di ripartire garantendo un buon livello di sicurezza è nata l’idea di un “protocollo Cinema Covid”. Un’iniziativa partorita a Palermo. Si tratta di un sistema di soluzioni pensato per favorire la ripresa dei set appena sarà possibile e realizzato con i contributi esperienziali di medici e operatori del settore. Il protocollo prevede una serie di regole, soluzioni pratiche, sistemi di protezione e disinfezione calibrati sulle esigenze dei set. È stato realizzato da Co-rent in partnership con Genoma Films, Consorzio Arca, Macaiafilm, Subwaylab, Vimove, Itaca Film. Ad esso possono aderire società di produzione e noleggio, filmaker, associazioni di categoria del mondo del cinema e istituzioni.

ALCUNE FIGURE PROFESSIONALI PIU’ ESPOSTE DI ALTRE

In base a quanto si legge sul sito protocollocinemacovid.net, l’obiettivo è fornire agli operatori i mezzi necessari per potere riprendere il lavoro in tutta sicurzza. Contratti ad hoc, moduli per comunicare con le istituzioni, dispositivi di protezione individuale (DPI), sistemi di disinfezione per le attrezzature da cinema, e tutto quanto occorra per una ripresa serena. Il tutto sulla base di norme comportamentali e di una serie di regole suddivise in “generali” e “di reparto”, poiché ogni reparto ha esigenze specifiche da integrare con quelle generali. Bisogna infatti tenere conto, per esempio, del fatto che alcuni lavoratori del cinema sono più esposti. Parrucchieri, truccatori, costumisti e microfonisti, necessitano certamente di maggiori tutele.

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