Per il personale dell’ospedale Cervello tamponi a tappeto

All'ospedale Cervello è stata predisposta una verifica del personale sanitario con tamponi rinofaringei, da svolgere nel giro di pochi giorni

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La direzione sanitaria dell’ospedale Cervello ha deciso di sottoporre tutto il personale alla verifica di tamponi rinofaringei. La delibera nella prima fase riguarda medici, infermieri e operatori in servizio nella zona coronavirus del triage, del Pronto Soccorso, del Pneumo-Covid e della Terapia Intensiva.

LA PRIMA FASE RIGUARDA TUTTO IL PERSONALE DELLA ZONA CORONAVIRUS

I test relativi a questa fase, che riguarda il personale sanitario della zona coronavirus, devono essere completati in pochi giorni, aumentando eventualmente il numero dei prelievi eseguibili a quarantotto al giorno. La delibera firmata dal direttore generale Walter Messina e dal responsabile del Risk Management Tommaso Mannone, prevede che i tamponi saranno effettuati con il sistema del “Drive Trough”, cioè con la possibilità di effettuare il prelievo mentre il paziente è seduto in auto. La zona prescelta per effettuare i test è l’area dell’ex padiglione Troja di Villa Sofia, antistante gli uffici del Cup.

LA MODALITÀ DI PRELIEVO

Saranno processati 48 tamponi al giorno, divisi fra mattino e pomeriggio. I dipendenti dovranno guidare fino alla zona indicata, dove troveranno l’addetto al prelievo. Dopo avere esibito il documento di riconoscimento e il tesserino aziendale, sarà dato il via al tamponamento rinofaringeo. Avverrà attraverso il finestrino, con la massima sicurezza e con l’utilizzo razionale dei dispositivi di protezione.

TAMPONI ANCHE PER GLI ALTRI REPARTI

Il tampone riguarderà anche gli altri reparti dell’azienda, e seguirà un programma che terrà conto di una scala di priorità relativa al maggior rischio di esposizione al contatto. In questa fase il numero dei dipendenti da sottoporre alle analisi sarà stabilito a campione. È prevista con una percentuale minima del 10 per cento di ogni unità operativa e amministrativa. Con questo si vogliono individuare eventuali operatori sanitari “portatori asintomatici”. Quindi una misura di prevenzione per evitare un successivo contagio, considerando che dopo gli ammalati è il personale sanitario il principale veicolo del virus.


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