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Porte chiuse, gare infrasettimanali, Sagramola apre: “Palermo pronto”

I numeri dell’emergenza lasciano intravedere spiragli rosei, per ciò che riguarda l’eventualità della ripartenza del calcio italiano. Nelle ultime settimane le ipotesi messe sul tavolo sono state decine e decine, ma con il passar del tempo, è innegabile, dai club professionistici in giù la sensazione è che le chance di concludere la stagione 2019/20 siano nettamente in aumento.

“La salute prima di tutto”, è stato il ritornello principale, a partire dalla Lega professionisti, per scendere fino alle parole del presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia. Le ipotesi del numero uno della D hanno portato alla luce anche la possibilità di disputare le ultime partite della stagione in “sprint”. L’idea è quella di far scendere in campo le formazioni per tre volte alla settimana: domenica, mercoledì e nuovamente domenica. Tutto ciò per poco più di un mese, che basterebbe a coprire gli otto turni di campionato rimanenti.

LAVORO NO STOP

E il Palermo? I rosanero continuano a lavorare in smart working, anche grazie alla fornitura delle cyclette da parte della società, che continua a seguire attraverso i preparatori atletici tutti i “movimenti” dell’organico a disposizione di Pergolizzi. E proprio ieri il club di Mirri e Di Piazza ha anche provveduto al pagamento degli stipendi. Tutti, e per intero, senza tagli, per giocatori, dirigenti e staff.

“PRONTI ALLA FASE DUE”

A proposito dell’ipotesi di ripresa, ha anche parlato l’amministratore delegato rosanero, Rinaldo Sagramola, che ha assicurato che la squadra è pronta a scendere in campo “anche in turni infrasettimanali”. “Ancora – ha detto al Corriere dello sport – non sappiamo se le attività sportive rientreranno fra quelle cui sarà consentita una graduale ripartenza. Dobbiamo comunque essere pronti alla “fase due”. Credo sia giusto porsi la domanda perché il calcio nel nostro Paese svolge un ruolo economicamente ed anche socialmente importante”.

Sagramola sottolinea un concetto: deve essere il campo, se sarà consentito dalla riduzione dei rischi da coronavirus, ad esprimersi ed a dare i propri verdetti. “Non sarebbe bello giocare a porte chiuse, ma se questo servisse a dare un senso a una stagione già disputata per tre quarti, diremmo di sì“.

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redazione

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