Negli ultimi una delle parole più usate è stata “picco”. Indica il raggiungimento di una vetta, che potrebbe essere anche l’inizio della conseguente discesa. Ebbene, tutti gli esperti confermano che il picco è stato raggiunto. Ed è anche dimostrato dal numero di contagiati in picchiata degli ultimi cinque giorni.
Ieri 31 marzo tanti numeri positivi. Un dato importante è che continuano a calare i ricoverati negli ospedali. Il venerdì 26 marzo l’incremento era stato di 1.276 nuovi malati, sabato di 710, domenica di 409, lunedi di 397. Con la Lombardia, la regione più colpita, che ha ospedalizzato “solo” 68 nuovi pazienti e l’Emilia che ne ha invece 14 in meno. Sono calati anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: gli ultimi sono stati 42, domenica 75, e il 26 marzo 120. Ma anche se si vanno a guardare le percentuali, i numeri confermano il rallentamento: l’incremento del totale dei contagiati passa dal 4,15% di lunedi, al 3,98% di ieri, mentre le terapie intensive passano dall’1,92% all’1,06%. Purtroppo continua ancora l’ecatombe: 837 decessi in un giorno, che significano 35 morti l’ora.
Sinteticamente i totali d’ieri dicono:
• Casi totali nel nostro Paese sono 105.792
• Persone attualmente positive al momento sono 77.635
• Persone guarite sono 15.729.
• Pazienti ricoverati con sintomi 28.192
• In terapia intensiva 4.023
• In isolamento domiciliare 45.420
• Deceduti 12.428
Per quanto riguarda il numero dei deceduti, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
Gli esperti dicono che dopo il raggiungimento del “picco”, della vetta, prima di cominciare a vedere una vera decisa discesa occorre attraversare un altopiano di montagna, cioè una zona piatta ad alta quota. Come ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: «Non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che e finita. Nel nostro caso il picco non è una punta, ma un pianoro. E ora dobbiamo scendere dall’altra parte».
E come non si stancano di ripetere gli addetti, la discesa sarà difficile, lenta e non priva di rischi. Così come ha detto anche lo stesso Brusaferro: «Dal pianoro l’epidemia può ripartire. Dunque l’ultima cosa da fare e pensare di esserne usciti e di allentare le misure di contenimento. Bisogna essere cauti, dobbiamo ancora iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure di isolamento in atto». Insomma si vuole evitare che il rallentamento del coronavirus induca l’Italia ad allentare le misure di contenimento. Solo dopo Pasqua si potrebbe intravedere l’avvio per un timido ritorno alla normalità.
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