Coronavirus: intervista al capo dei cinesi a Palermo

La comunità di cinesi che vive a Palermo, al momento non avverte nessuna psicosi e nessun sospetto. Solo qualche disdetta nei ristoranti

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L’Adnkronos ha chiesto al presidente della comunità dei cinesi che vivono a Palermo come stanno vivendo quest’ultimo periodo che vede come protagonista in negativo il coronavirus. “Nessun calo e nessuna psicosi“, ha risposto Han Guangrong, che è a capo di 120 associazioni e di circa tremila persone. Sono tranquilli perché provenienti soprattutto da Zhejiang, una provincia orientale parecchio distante da Wuhan, la città focolaio del coronavirus.

«IN CITTÀ NON C’È CLIMA DI SOSPETTO»

Han Guangrong ha anche precisato che “almeno al momento”, non c’è in città un clima di sospetto. «Non c’è paura, non abbiamo registrato nessun episodio di intolleranza nei nostri confronti né un calo di presenze nei nostri esercizi commerciali», ha spiegato all’Adnkronos.

QUALCHE DISDETTA NEI RISTORANTI

Nei ristoranti è arrivata qualche inevitabile disdetta. «Ma bisogna spiegare ai clienti che nei locali si vende merce italiana, il pesce e la carne non arrivano dalla Cina», ha precisato in merito Han Guangrong.

I SUOI PARENTI SONO IN CINA

Il capo dei cinesi “palermitani” vive a Palermo da 16 anni, ed ha un negozio di abbigliamenti in via Bandiera. I suoi familiari sono in Cina, ma li sente spessissimo: «Chiamo mia madre ogni giorno, chiedo notizie. Lei vive parecchio distante dal focolaio dell’epidemia. Mi dice sempre di stare tranquillo, la situazione dove vive lei è sotto controllo». Infine tiene a precisare che i cinesi di Palermo hanno rinunciato ai loro viaggi in patria: «In tanti tornano a casa per il Capodanno, è una festa molto sentita – ha detto concludendo -. Questa volta, però, chi aveva fatto i biglietti li ha annullati. Sono rimasti qui. Per precauzione».


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