L’ex Rinaudo: “Palermo primo amore. Zamparini? Eravamo forti…”

ECCO LE PAROLE DELL'EX DIFENSORE DEI ROSANERO

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Leandro Rinaudo non è soltanto un ex dei rosanero: l’ex difensore è nato nel capoluogo siciliano e non ha mai nascosto la propria fede verso il Palermo Calcio. Nella sua lunghissima carriera, oltre ad aver vestito le maglie di Juventus e Napoli, si è tolto la soddisfazione di scendere in campo 32 volte siglando 2 reti con la maglia dei siciliani. Il legame è rimasto, ovviamente, fortissimo con le proprie radici e le sue parole certificano l’attaccamento alla casacca dei palermitani.

Rinaudo

RINAUDO: “HO SEMPRE SOGNATO D’INDOSSARE LA MAGLIA ROSANERO”

Leandro Rinaudo è stato raggiunto da “La Repubblica“. Ecco l’intervista all’ex difensore del Palermo Calcio con i passaggi più significativi sui rosanero: “Il Palermo è stato il primo amore, da palermitano sin da piccolo sognavo di indossare questa maglia e riuscire a farlo nel settore giovanile era già una grande soddisfazione. Poi i sogni crescevano con me e raggiungerli con la maglia rosanero era sempre un grande onore. Dopo tanti sacrifici miei e della mia famiglia ho coronato quello più grande: indossare la maglia del Palermo in A e in Coppa Uefa“.

Realizzato il sogno di una vita: “Ho vissuto tanti Palermo. Nel settore giovanile eravamo in C, poi crescendo siamo passati in B e quando sono arrivato in prima squadra c’era la A ad alti livelli. Il sogno era giocare in prima squadra al di là della categoria e farlo in serie A e in Coppa Uefa segnando anche una doppietta in una competizione europea è stato il massimo. Partita più bella? Il primo gol in campionato del Palermo nel 2007-08 che ho segnato a Livorno, ma anche la vittoria 3-2 contro la Juve con gol allo scadere di Cassani“.

Il lavoro dietro la scrivania: “Si lavora molto di più rispetto a quando giocavo. È un ruolo che ho sempre guardato con grande interesse anche quando facevo il calciatore. Cercavo di strappare qualche segreto ai diesse perché mi piaceva il loro lavoro e mi immaginavo in questa veste. Si pensa che un diesse compra e vende giocatori, ma ci sono altre mille mansioni che non si vedono e che sono fondamentali. C’è la parte gestionale, risolvere mille problemi, il rapporto con squadra, allenatore e il suo staff“.

Ritorno a Palermo? Ecco la risposta: “In tanti mi hanno detto che lo è. E forse sulla carta probabilmente è così. Fare il diesse in B e poi fare il direttore tecnico delle giovanili in D può sembrare un passo indietro. Ma io ho un obiettivo: dare una mano al Palermo e ai ragazzi che si avvicinano al Palermo per coronare il sogno che è stato il mio e che sono riuscito a raggiungere“.

Pensiero su Zamparini e Mirri: “Ho conosciuto poche persone nel mondo del calcio come Mirri. Tiene molto al Palermo e al progetto che ha per il club insieme a Sagramola. E questo mi stimola ancora di più. Il Palermo di Zamparini era un club forte, si stava bene, era una società organizzatissima, ma si aveva la sensazione che non c’era appartenenza. Non c’è dubbio, credo che con Zamparini abbiamo vissuto anni straordinari però mancava quello che c’è ora: senso di appartenenza e dedizione, si riflette su ogni cosa per badare al rispetto che ci deve essere per questa maglia e per questa città“.

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